Ask me per un museo inclusivo e partecipativo
Fondazione Brescia Musei, Comune di Brescia e Casa di Reclusione di Verziano insieme per la mostra "Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord"
Sabato 16 novembre prende il via al Museo di Santa Giulia il progetto speciale “Ask me”, voluto da Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei e la Casa di Reclusione di Verziano, ideato e progettato in collaborazione con Act Associazione Carcere e Territorio, grazie all’impegno di Carlo Alberto Romano, in occasione della mostra “Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord”, inaugurata nei giorni scorsi.
Il progetto “Ask me” prevede la formazione di due detenute della Casa di Reclusione di Verziano, a cura dei Servizi Educativi di Fondazione Brescia Musei, che saranno a disposizione in qualità di mediatrici culturali per aiutare il pubblico a comprendere meglio i contenuti e le ragioni della mostra, tutti i weekend, sabato e domenica, dalle 14 alle 18, dal 16 novembre al 23 febbraio 2025. Le guide così formate saranno un prezioso supporto alla visita, facilitando il processo di comprensione del visitatore, invitandolo, in un dialogo sempre suggerito e mai imposto, a considerare i nuovi punti di vista messi in luce dall’esposizione.
Proprio i contenuti e i temi dell’esposizione che sono stati allestiti anche in collaborazione con l’artista Khalid Albaih, che ha trascorso una residenza artistica a Brescia presso il Museo di Santa Giulia, hanno offerto lo spunto per l’elaborazione e sviluppo del progetto disegnato con la Casa di reclusione di Verziano. Un’occasione di riflessione e azione per far emergere la propria personale visione del rapporto tra società ed individuo contribuendo al percorso di riabilitazione delle detenute, forti dei risultati che alcune esperienze pregresse hanno dimostrato in merito all’alto valore educativo delle attività culturali, occasioni per sviluppare consapevolezza di sé, responsabilizzare le persone e ricostruire l’autostima e la fiducia in se stessi.
“Ask me” è la terza edizione di un’iniziativa virtuosa che ha visto la luce in occasione della mostra Victoria Lomasko. The Last Soviet Artist, ed è proseguita con la mostra Finchè non saremo libere dedicata alle donne iraniane. Le detenute sono dunque protagoniste del percorso di narrazione avviato da Fondazione Brescia Musei nel 2019 con la mostra di Zehra Doğan Avremo anche giorni migliori. Opere dalle carceri turche e proseguito con Badiucao (La Cina non è vicina. Opere di un artista dissidente, 2021) e Victoria Lomasko (Victoria Lomasko. The Last soviet artist, 2022), e la mostra Finché non saremo libere (2023), che mira a creare un punto di sintesi per artisti dissidenti e attivisti generalmente poco valorizzati nel mercato dell’arte ufficiale, ma spesso noti attraverso la rete o nel mondo di chi si permette ancora di avere una voce critica sul presente e immaginare un futuro diverso.
Si tratta di un’iniziativa che caratterizza l’istituzione bresciana nel panorama degli enti di gestione museale per la precisa missione nei confronti dello sviluppo di un modello culturale inclusivo e partecipativo nei confronti della comunità e che, attraverso questo progetto, la distingue attraverso una virtuosa esperienza concreta.