Asia Bibi troverà accoglienza a Brescia?
La disponibilità del sindaco e della città per la donna pakistana rimasta in carcere per otto anni con l'accusa di blasfemia. Dopo la sentenza di assoluzione estremisti pakistani hanno minacciato lei e la sua famiglia di morte. Anche la comunità pakistana cittadina si è detta d'accordo con il Sindaco. Una nota di don Roberto Ferranti.
Brescia, città (ancora) dell'accoglienza si sta muovendo per garantire un futuro di pace e serenità ad Asia Bibi, la donna pakistana rimasta in carcere per otto anni nel suo Paese con l'accusa di blasfemia e oggi, dopo che la macchina giudiziaria del Paese islamico ha annullato la condanna, a rischio, insieme alla sua famiglia. Gruppi di integralisti islamici del Pakistan hanno infatti minacciato di morte Asia Bibi, la sua famiglia e l'avvocato difensore della donna (costretto alla fuga all'estero) in caso di scarcerazione.
Nei giorni scorsi, grazie all'intervento di Aiuto alla Chiesa che soffre, fondazione di diritto pontificio nata nel 1947 per sostenere tutti i cristiani che nel mondo sono perseguitati, il marito di Asia Bibi ha rivolto un appello al governo italiano perchè conceda asilo politico alla famiglia. La richiesta ha trovato sostanziale accoglienza da tutte le forze politiche presenti in parlamento e anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha garantito il suo impegno per dare una risposta all'appello giunto dal Pakistan.
Brescia è stata forse la più pronta tra tutte le città italiane a manifestare la propria disponibilità ad accogliere Asia Bibi e la sua famiglia. Un parere favorevole è giunto dall'Amministrazione comunale che per bocca del sindaco Emilio Del Bono, anche dopo la sollecitazione giuntagli dall'ordine degli avvocati che lo invitavano a concedere alla donna e alla sua famiglia la cittadinanza onoraria, ha dichiarato la disponibilità della città ad accogliere Asia Bibi e i familiari. A sostegno del sindaco Del Bono anche la disponibilità di moltissimi esponenti della comunità pakistana che vive a Brescia.
Sulla questione è intervenuta anche la Diocesi con una nota a firma di don Roberto Ferranti, direttore dell'ufficio le missioni, per i migranti, per il dialogo interreligioso e per l'ecumenismo. "Abbiamo avuto notizia della disponibilità dichiarata dal Sindaco di Brescia all’ospitalità della signora Asia Bibi al fine di riconoscerle l’asilo politico da parte delle competenti autorità preposte dello Stato Italiano. Ci preme ricordare - si legge nella nota di don Ferranti - le parole pronunciate in questi giorni dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, interpellato sulla vicenda della liberazione. “È una questione interna al Pakistan, spero possa risolversi nel migliore dei modi[… ]; ci sono state molte reazioni, la questione non è semplice, anzi è molto complessa e delicata” (fonte Agenzia SIR). Per quanto ci riguarda possiamo dire che, come è sempre stato nella nostra tradizione, ogni persona che si trova in una situazione di bisogno e manifesta la necessità di essere accolta, ha il diritto di riceverla nella logica evangelica che sta alla base del nostro vivere e agire. È un principio di accoglienza che vale al di là del motivo che ha causato questo bisogno di accoglienza, un principio valido in questo caso come in tutti gli altri che sono stati affrontati anche dalla nostra comunità ecclesiale".