Arancione rinforzato sino al 10 marzo
Ancora una settimana di limitazioni, ma con gli asili nido aperti, contro il virus in tutte le sue varianti. Nel frattempo cresce la richiesta di vaccinare il prima possibile il mondo della scuola. Ma nei Comuni di confine con la Bergamasca coinvolti nel piano straordinario di vaccinazione dei 60-79enni aumenta la perplessità: perché "oltreconfine" il piano cammina con gambe più spedite?
In attesa che il governo Draghi vari il suo primo Dpcm "antipandemia" che sarà in vigore sal 6 amrzo al 6 aprile, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha firmato ieri una nuova ordinanza che proroga sino al 10 marzo la zona arancione rafforzata per la provincia di Brescia. Il governatore ha preso la decisione “sulla base delle raccomandazioni della Commissione indicatori Covid19 di Regione Lombardia e dopo aver parlato con il Ministero della Salute, Roberto Speranza”. Unica modifica alle misure aggiuntive dell’arancione rafforzato (chiusura delle scuole elementari e degli asili; il divieto di spostamento nelle seconde case; l’utilizzo mascherine chirurgiche sui mezzi di trasporto e la chiusura delle attività universitarie in presenza) è la decisione di riaprire gli asili nidi.
Nel frattempo cresce anche il fronte di chi chiede di avviare con massima urgenza il piano vaccinale anti Covid 19 per il personale di tutte le scuole della provincia di Brescia, a partire da Gianni Girelli, consigliere regionale bresciano e presidente della Commissione d'Inchiesta Emergenza Covid19 che sul tema ha inviato una lettera al presidente Fontana, all'Assessora Moratti e al Commissario Bertolaso. In vista di un possibile rientro in classe, anche se con percentuali comprese tra il 50 e il 75%, non appena anche il Bresciano tornerà ad essere “solamente” zona arancio, Girelli chiede ai vertici della Regione “di coinvolgere il personale scolastico bresciano in servizio negli istituti scolastici del territorio - docenti, Ata e dirigenti - a prescindere dall’età degli stessi”. Una richiesta analoga nei giorni scorsi era arrivata alla Regione anche da parte dal coordinamento provinciale reti scolastiche-Brescia.
Nel frattempo continuano a destare non poche perplessità nella popolazione dei Comuni al confine con la Bergamasca interessati dalla campagna vaccinale straordinaria per i cittadino tra i 60 e i 79 anni, le differenze con quanto capita “oltre confine”. Nella Bergamasca all’atto della registrazione sull’apposito sito regionale vengono contestualmente comunicate all’interessato le date della doppia inoculazione del vaccino. Non così nel Bresciano, dove gli interessati devono aspettare giorni per avere le stesse informazioni.