Appello al dono del sangue
Brescia è da giugno in sofferenza sul fronte donazioni. L'invito del presidente provinciale dell'Avis Gabriele Pagliarini
Da giugno la banca del sangue, gestita dal Simt dell’Asst Spedali Civili di Brescia, lancia segnali di allarme per una carenza sistematica nelle scorte, mettendo a rischio gli interventi chirurgici. Il pericolo è stato superato grazie alla cessione di prodotti ematici da parte di altre province lombarde. Il sistema trasfusionale da diversi anni prevede dei poli gestionali in 7 ospedali lombardi, così il Centro di Lavorazione e Validazione sangue dell’Ospedale cittadino lavora e valida tutto il sangue raccolta in provincia e ne gestisce le relative richieste. Per questo motivo una carenza avrebbe una ricaduta negativa in tutto il sistema sanitario provinciale.
Donare il sangue periodicamente è un gesto fondamentale, ma lo diventa ancora di più in estate, periodo in cui, tradizionalmente, le scorte tendono a diminuire. Questo è il concetto che Avis tutti gli anni cerca di trasmettere ai propri donatori: “donate prima di andare in vacanza!”. Nel 2021 la carenza sì è acutizzata a causa di due fattori: un incremento della richiesta di sangue ed emocomponenti da un lato e la riduzione delle donazioni dall’altro. Il calo, come emerge dagli ultimi dati del CNS, parla di un crollo del 10% rispetto allo stesso periodo del 2020 e questo rischia di compromettere non solo la stabilità dello stesso sistema trasfusionale, ma anche le cure a cui, ogni giorno, circa 1.800 pazienti devono sottoporsi. All’attività trasfusionale è legata non solo la chirurgica elettiva e d’urgenza ma anche e soprattutto la cura di alcune malattie, soprattutto per i pazienti oncologici e talassemici. Proprio il gesto etico, volontario e non remunerato di migliaia di donatori permette in Italia a 1.800 persone di continuare a vivere e guarire. Le carenze, tipiche di alcune regioni italiane, si stanno riscontrando in questo 2021 anche nella nostra provincia.
Gabriele Pagliarini, Presidente di Avis Provinciale Brescia, rivolge un appello a chi è già donatore e si trova attualmente in buone condizioni di salute affinché prenoti la donazione. L’appello accorato è anche a chi non fosse donatore, ma sia stato toccato da questo pensiero in alcuni momenti della vita. Chi volesse può contattare l’Avis più vicina a casa e acquisire le informazioni necessarie per intraprendere oggi il percorso di diventare donatore. Chi si iscrive potrà donare tra un mese e contribuire così ai bisogni che costantemente insorgono. Gabriele Pagliarini ricorda quali siano alcuni requisiti per diventare donatore: età compresa tra i 18 e i 60 anni; peso non inferiore ai 50 kg; stato di salute buono; stile di vita e nessun comportamento a rischio che possa compromettere la salute del donatore e/o quella di chi riceve il sangue. L’idoneità alla donazione viene stabilita da un medico mediante un colloquio, una valutazione clinica e una serie di esami di laboratorio.
Il sistema bresciano della raccolta sangue prevede la collaborazione tra ospedali ed Avis. Esistono infatti dei centri gestiti dalle 4 ASST bresciane e 13 punti di raccolta gestiti dall’Avis Provinciale, aperti con un calendario prestabilito pubblicato sul sito www.avisprovincialebrescia.it. Vogliamo ricordare che la sede di Brescia, in Piazzetta Avis 1, è aperta tutti i giorni dalle 7:30 alle 10:30, previo appuntamento telefonico al numero 366/2433660 attivo dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 12:30 o al numero 030/3514411 attivo dalle 8 alle 15.30.
Da diversi mesi, ricorda il Presidente Provinciale Pagliarini, Avis ha messo in campo presso il centro di Brescia un’organizzazione che permette, dal lunedì al venerdì di accogliere 50 donatori al giorno, questo alla luce del bisogno crescente di piastrine segnalato dal SIMT degli Spedali Civili. È strategico incrementare la raccolta nei giorni infrasettimanali, dato che dalla lavorazione del sangue vengono prodotti dei concentrati piastrinici, i quali hanno una scadenza brevissima, di soli 5 giorni. Ne deriva l’importanza di accrescere non solo il numero di donazioni in termini assoluti ma aumentare il numero di donazioni giornaliere così da garantire ai malati cure continuative ed efficaci.