Anche questo è il bello del vivere
Domani sera all'auditorium San Barnaba la consegna del premio Bulloni e degli altri riconoscimenti a questo collegati. A Giuseppe Manzotti il premio principale. Una medaglia d'oro alla memoria di Giuseppe Mari e il Grosso d'oro a Cesare Trebeschi
Per un altro anno ancora si rinnova l’appuntamento con la città e le espressioni migliori della bontà e della dedizione agli altri. È, infatti, fissata per le 18 di domani, venerdì 14 dicembre, al San Barnaba la cerimonia di consegna del premio Bulloni e degli altri riconoscimenti a questo collegati. Ancora una volta la commissione esaminatrice (che vede lavorare fianco a fianco il sindaco e numerose espressioni della società civile cittadina, ndr) ha avuto lavoro non facile nell’indicare le figure e le storie esemplari in questo 2018. Questa ricchezza è la conferma di quanto aveva affermato il sindaco Del Bono intervenendo agli inizi di settembre al confronto con mons. Tremolada, il rettore della Statale Maurizio Tira e don Mario Neva, organizzato da “Voce” a Lograto per la presentazione della lettera pastorale “Il bello del vivere. La santità dei volti e i volti della santità”.
Commentando le considerazioni del Vescovo, il primo cittadino di Brescia aveva ricordato come nella vita quotidiana della città ci fosse molta di quella santità ricordata nella lettera, magari nascosta sotto nomi e forme diverse: solidarietà, generosità, attenzione al prossimo, al bene della comunità… La riprova, ricordava Del Bono, era costituita dal corposo elenco delle segnalazioni che ogni anno arrivano per il Bulloni.
Nelle biografie dei premiati che venerdì saliranno sul palco dell’auditorium San Barnaba c’è molto di quel “bello del vivere” che il vescovo Tremolada ha descritto nella sua prima lettera pastorale alla diocesi; c’è molta di quella santità come esperienza quotidiana possibile a tutti. A sintetizzare idealmente il tanto di bene che c’è nel Bresciano è il principale dei riconoscimenti che la città assegna: il premio Bulloni che dà il nome alla manifestazione.
Quest’anno la commissione ha scelto di assegnarlo a Giuseppe Manzotti, uno dei primi insegnanti a dedicarsi al sostegno degli alunni con disabilità inseriti nella scuola. Il suo interessamento per le giovani generazioni è a tutto tondo: con alcuni amici del Cai di Brescia dà avvio all’alpinismo giovanile, coinvolgendo in questa attività giovani a rischio, alle prese con evidenti forme di disagio sociale. Dopo avere conosciuto don Antonio Mazzi Giuseppe Manzotti fonda la cooperativa “La Mongolfiera”, una delle prime realtà bresciane ad occuparsi di disabilità intellettiva. Sviluppa poi, all’interno della Polisportiva No Frontiere, il settore dell’atletica, per consentire ad atleti con disabilità di “usare” lo sport come occasione di accrescimento dell’autonomia, dell’autostima e delle abilità. E poi tra i fondatori della “Casa dei Campioni”, pensata per dare un futuro a persone esposte al rischio di segregazione in istituto.
Questi gli altri riconoscimenti che saranno assegnati domani sera: il Premio dell’Ordine Avvocati andrà a Mario Corsini Fogliata, 75 anni, fornaio di Brescia, da oltre 15 anni, nonostante la salute cagionevole, tutte le sere consegna con il suo mezzo pane fresco al Camper Emergenza.
Il Premio Aib è andato a Erminio Bonatti, scomparso nel novembre 2017, prima di morire ha creato una Fondazione che finanzia onlus che fanno ricerca in campo medico, scientifico e culturale.
Destinatario del Premio Ranzanici è Costanzo Lunardini che ha saputo coniugare la vita personale e professionale con lo slancio verso gli altri. Negli anni si è distinto per l’attenzione verso le tante emergenze dell’Est Europa.
Con il Premio Gnutti è stato riconosciuto il ruolo delle infermiere volontarie della Cri che da 110 anni offrono un grande servizio di dedizione al prossimo, contribuendo nei luoghi della sofferenza, a rendere vivo il motto: “Ama, conforta, lavora, salva”.
Il Premio Cuore Amico è stato assegnato a Bruno Bianchin. Negli anni della gioventù conosce l’Operazione Mato Grosso, con cui vive esperienze in terra di missione. Da quest’anno è in Perù per seguire la costruzione di pozzi d’acqua.
Il Premio Beretta riconosce l’impegno di Emanuela Pangrazio, ideatrice e direttrice del Coro Clandestino e di quello dei bambini di San Faustino, esperienze che sensibilizzano ai valori dell’accoglienza e della condivisione.
Il Premio Rotary Brescia Nord è stato assegnato ad Anna Maria Derisio “Brizzolotta”, la decana dei clown in ospedale. Regala ai bambini, ai loro familiari e agli operatori sanitari sorrisi che, nell’esperienza della malattia, sono un vero toccasana.
È un giovanissimo il destinatario del Premio del Collegio Notarile di Brescia. Si tratta di Cristian Dorelli che, dopo la morte prematura del padre, si è affiancato alla mamma e alla sorella maggiore nella cura della famiglia. Il suo desiderio è poter frequentare il liceo sportivo parastatale.
Nel corso della cerimonia di domani in San Barnaba ci sarà posto anche per la consegna di tre medaglie d’oro. La prima, quella più cara a “Voce” che si era fatta promotrice di questa assegnazione, è “alla memoria”. Il destinatario è Giuseppe Mari (nella foto), scomparso improvvisamente nelle scorse settimane a soli 53 anni. Figura di primo piano del panorama educativo e formativo bresciano, è stato ordinario di pedagogia all’Università Cattolica di Brescia e docente di pedagogia generale e della relazione d’aiuto nel Dipartimento di pedagogia Iusve. All’interno di una biografia ricca, a dispetto dell’età ancor giovane, spicca in modo particolare la collaborazione con la Diocesi nel campo della pastorale della famiglia e dell’educazione delle giovani generazioni.
La seconda medaglia d’oro è stata assegnata ad Agostino Zanotti, sopravvissuto nel 1993 all’eccidio di Gornj Vakuf in Bosnia, costato la vita a Sergio Lana, Guido Puletti e Fabio Moreni, come lui impegnati nell’aiuto della popolazione di Zavidovici piegata dalla guerra nella ex Jugoslavia. Dopo quella tragica esperienza ha fondato “ADL Ambasciata per la democrazia locale” a Zavidovici, che nel 2008, in collaborazione con il Comune di Roncadelle ha dato avvio a un primo progetto pilota per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Da quell’esperienza sono nate nel Bresciano tante altre iniziative di aiuto e vicinanza a chi fugge da condizioni di guerra e di miseria.
La terza e ultima medaglia d’oro è stata assegnata dalla commissione competente a Francesco Romeo e Johe Roberto Panetta. I due, nel mese di luglio scorso, hanno sventato un tentativo di suicidio. Francesco Romeo, agente della Polizia di Stato, grazie all’aiuto di Panetta, che abita al piano sottostante di quello della persona che voleva tentare il suicidio, è riuscito a raggiungere il malcapitato prima che potesse portare a compimento il gesto estremo.
L’ultimo, ma non certo per importanza, riconoscimento che sarà assegnato domani sera, è il Grosso d’oro a Cesare Trebeschi. La commissione è stata unanime nell’assegnazione di questo riconoscimento a una figura che non solo ha segnato la storia politica cittadina, ma che negli anni si è speso per la crescita culturale e sociale di Brescia. Ancora oggi, superata la soglia dei 90 anni (93 per l’esattezza) l’ex primo cittadino continua a essere considerato un punto di riferimento ascoltato e stimato nel dibattito culturale e politico di Brescia, uno degli ultimi esponenti di una generazione che ha respirato la cultura, le letture, i pensieri di cui il futuro Paolo VI, oggi santo, s’è imbevuto. Nel 1978 guidò il Consiglio comunale della città nell’incontro a Roma con Paolo VI, una figura, come ha avuto modo di ricordare anche dalle pagine di “Voce”, estremamente importante nelle sue vicende personali e in quelle della sua famiglia. Il Papa Santo, infatti, fu uno degli amici più cari di Andrea Trebeschi, padre di Cesare, morto in campo di concentramento.