Acqua: la gestione resti pubblica
Questa l'indicazione emersa dal referendum di ieri. Per il 96,64% di chi si è recato alle urne alla gestione del servizio idrico integrato non possono concorrere i privati. Al voto solo il 22,31% degli aventi diritto
Non era previsto il quorum e questo aspetto ha di fatto salvato la tornata referendaria tenuta ieri nel Bresciano. Solo 216mila votanti su 970 si sono infatti recati alle urne per esprimere il loro parere rispetto alla gestione del servizio idrico integrato nel territorio provinciale. La scelta era tra il mantenerla totalemente in capo a enti pubblici o aprire alla partecipazione dei privati.
Con un 96,64% a 3,19% non cìè stata praticamente partita. schiaccianta le vittoria del Sì. I bresciani hanno detto alla politica che "desiderano" che la gestione di un bene importante come l'acqua resti titolmente nelle mani del "pubblico", evitando così la tentazione del "privato" di fare cassa su questo bene primario.
Bassa, però, è stata l'affluenza al voto: poco meno di un bresciano su quattro si è infatti recato alle urne allestite nei 1172 sezioni elettorali presenti in tutti i Comuni del Bresciano. Le zone in cui scrutatori e presidenti di seggio sono stati più impegnati sono quelle dei Comuni della Valle Camonica. A Cerveno, con il 54,6% dei votanti aventi diritto va la palma della comunità più attiva, seguita a ruota da Paspardo (53,4%), Combergo, Malegno, Paisco Loveno, Bienno, Sonico, Ceto e altri ancora con percentuali al di sopra del 40%. Al di fuori del territorio camuno si è registrata una buona partecipazione a Limone, dove il 48,1% è frutto anche della particolare sensibilità che sull'Alto Garda si avverte in tema di gestione dell'acquedotto, a Cigole, Marone e Nuvolento.
Nei centri più grossi della provincia come Lumezzane, Desenzano, Palazzolo sull'Oglio e Chiari la partecipazione è oscillata tra il 16 e il 20%. A Brescia si è recato alle urne il 22.1% degli aventi diritto. La maglia nera dell'affluenza al voto è andata a Villachiara, piccolo Comune della Bassa, dove solo 8 elettori su 100 si sono presentati ai seggi.
Come noto il referendum di ieri era consultivo. Toccherà all'assemblea dei sindaci bresciani e alla Provincia, che già nel 2015 si erano espressi per una gestione mista, con la possibilità di aprire anche ai privati, dire che peso avrà il voto espresso dai 210mila elettori che ieri si sono espressi, invece, a favore di una gestione completamente pubblica del servizio idrico integrato.