Acli: vincono le logiche di potere
Le Acli bresciane ringraziano Roberto Rossini "per questi cinque anni di impegno come presidente nazionale". In particolare sottolineano il grande lavoro svolto sia "per rafforzare il profilo culturale, politico e istituzionale del movimento, sempre teso alla difesa dei più deboli, sia per ridare ordine interno alla struttura organizzativa aggravata da una pesante situazione finanziaria". Ringraziano anche Martino Troncatti, vicepresidente delegato del Patronato Acli e di Caf Acli, per la preziosa e qualificata opera svolta.
"È proprio a fronte di questi risultati, unanimemente condivisi e riconosciuti, che ci pare incomprensibile e non condivisibile l’azione svolta da oltre un anno da un gruppo dirigenziale nazionale finalizzata a cercare a tutti i costi un consenso auto conservativo, rifiutando alcun tipo di mediazione propositiva che garantisse una transizione più ordinata e aperta alla rigenerazione di cui le Acli hanno bisogno. Non è così - ribadiscono - che si sceglie una classe dirigente.
Le Acli bresciane hanno perciò condiviso e sostenuto "la richiesta di Roberto Rossini, espressa durante il Congresso, di non essere votato in questa modalità, ritenuta non idonea per l’elezione di un presidente nazionale e certamente non rispettosa del processo democratico, in quanto è stata di fatto negata la piena partecipazione delle Acli di Trento e Bolzano, con le quali siamo stati e siamo solidali, insieme a molti altri significativi territori di tutta Italia.
Ci sembra necessario e urgente che il livello nazionale delle Acli si impegni per una radicale autoriforma complessiva, in particolare relativamente al ruolo e all’impiego dei dirigenti nazionali, ai meccanismi democratici di selezione degli stessi e alla rappresentatività dei territori, per evitare che le dinamiche di potere possano ancora continuare a prevalere sullo spirito di volontariato e di servizio che caratterizza la nostra Associazione e sulla necessità di una maggiore sussidiarietà e sostenibilità".