A Palazzo Loggia la bandiera della pace
Prosegue la polemica a distanza tra maggioranza e opposizione sulla guerra e sulla bandiera da esporre a Palazzo Loggia. “La scelta dell'amministrazione Comunale di Brescia di non voler illuminare Palazzo Loggia con i colori di Israele – afferma il Coordinatore Cittadino di Forza Italia Flavio Bonardi - stride con la volontà di dichiararsi comune che promulga la Pace. Il nostro Paese considera Israele una parte della nostra cultura e della nostra civiltà, un faro di libertà e democrazia nel Medio Oriente. Da questo dobbiamo partire, ricordando che la pace non può essere costruita con attacchi nei confronti di donne e bambini inermi, e che issare la bandiera arcobaleno della Pace non basta, bisogna avere il coraggio di dire da che parte si sta. Alcuni comuni di centrosinistra, fra cui Roma, hanno immediatamente esposto la bandiera dello Stato di Israele per testimoniare la vicinanza ad un popolo che è stato attaccato e che in questo momento deve difendersi. Auspichiamo che la guerra si fermi e si torni al dialogo, ma oggi anche Brescia avrebbe dovuto testimoniare la vicinanza della città ad uno Stato che ha subito una aggressione”.
Brescia ha scelto di issare la bandiera della pace per chiedere la fine della guerra e per esprimere vicinanza ai due popoli che vivono con la paura degli attentati e delle bombe. La sindaca Castelletti aveva già chiarito, in risposta al centrodestra, la sua posizione: "E' ora che il centrodestra bresciano la finisca di speculare su guerre e morti. La mia posizione sull'attacco di Hamas a Israele è chiara ed è arrivata poco dopo il terribile atto terroristico. Nel drammatico scenario di guerra, si contano morti tra i civili sia israeliani sia palestinesi. Brescia è una città di pace".
Il Movimento 5 Stelle in un comunicato ritiene che "bene abbia fatto la sindaca di Brescia Laura Castelletti a dire no alla proposta di illuminare il palazzo comunale della Loggia con i colori di Israele, respingendo la richiesta del centro-destra guerrafondaio e irresponsabile che non perde occasione per trasformare i drammi che insanguinano la nostra epoca in spalti per tifoserie calcistiche. Ovviamente noi condanniamo l'atto di brutale aggressione di Hamas contro la popolazione civile israeliana, contro anziani, donne, bambini, in violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali, né vogliamo in alcun modo giustificare tale operato terroristico. Da parte nostra pensiamo che l'unico schieramento possibile sia, ancora e sempre, come per la guerra russo-ucraina e per tutti gli altri conflitti in atto nel mondo, quello per la pace. Che vuol dire, nel caso specifico, impegnarsi a costruire la giustizia e il rispetto per i diritti di autodeterminazione di entrambe le popolazioni che vivono in Palestina. Va riconosciuto che in quei territori vivono due popoli e devono esistere due Stati. Hamas deve rilasciare gli ostaggi e cessare le ostilità, mentre Israele non deve innescare una spirale senza fine di sangue e vendette, togliendo i beni di prima necessità alla popolazione di Gaza, già provata da decenni di indicibili sofferenze; deve abbattere i muri e porre fine al barbaro regime di apartheid nei territori illegalmente occupati. Se non si procede ad un immediato cessate il fuoco, se non ci si siede attorno ad un tavolo per dare corso alle plurime e inascoltate risoluzioni dell'ONU e per rimuovere le cause secolari che hanno incancrenito la questione palestinese, rinchiusa tra occupazioni israeliane e resistenza armata, aumenterà il rischio sempre più imponderabile di in conflitto che potrebbe cominciare travolgendo il Medio Oriente e pure il resto del mondo. Per evitarlo tutti devono avere il coraggio e la capacità di cancellare la parola 'vittoria' e sostituirla con 'trattative, rispetto, ascolto, pace'".