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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 28 ott 2019 08:01

15mila in marcia con Basta veleni

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Tantissime le persone che ieri hanno accolto l'invito del tavolo intorno a cui siedono gruppi e associazioni ambientaliste del Bresciano. La marcia per le vie del capoluogo in contemporanea all'uscita di una ricerca di Legambiente e il Sole 24 Ore sulle città green che colloca Brescia al 33° posto

In 15mila ieri hanno accolto l’invito delle associazioni e dei movimenti del Bresicano che siedono intorno al tavolo “Basta velini” per marciare per le vie di Brescia dietro allo slogan “#iononfacciovintadiniente” in favore dell’ambiente e del recupero di tutte quelle situazioni e quegli abusi che di quello bresciano un territorio afflitto da tante ferite e per sensibilizzare su quelle scelte sostenibili che possano garantire all’ambiente un futuro. “Aria, acqua e suolo - spiegano dal Tavolo Basta Veleni - sono pesantemente compromessi da una logica di sfruttamento legata al profitto a ogni costo.

Gli studi epidemiologici non lasciano dubbi sul legame fra esposizione a fattori inquinanti e insorgenza di patologie. E, purtroppo, su questo fronte Brescia vanta un triste primato”. Basta osservare alcuni dati per rendersi conto della situazione: la Caffaro; un sito incontaminato ogni quattro paesi; 85 milioni di metri cubi di rifiuti tombati con 14 discariche ancora attiva e due in fase di approntamento; 503 impianti per il trattamento di rifiuti; 8 siti con scorie radioattive; la scarsa qualità dell’aria (nel 2018 si sono registrati ben 150 giorni con valori oltre i limiti); i problemi legati alla depurazione. Sono pesantissime le ripercussioni sulla salute come sottolinea il Tavolo: 1000 morti all’anno per l’inquinamento, +13% dell’incidenza dei tumori maligni; i decessi sono superiori alla media nella popolazione giovanile; l’epidemia di legionella. Il Tavolo Basta Veleni è nato nel 2014 dall’esigenza di affrontare in maniera efficace e costruttiva tutte queste problematiche, unendo le forze delle singole realtà che si impegnano sul territorio per difendere ambiente e salute; vi aderiscono circa 60 fra associazioni, gruppi e comitati di tutta la provincia bresciana. In occasione della prima manifestazione, nel 2016, parteciparono 12mila persone.

I numerossimi cartelli e striscioni che hanno punteggiato il corteo che è partito da piazzale Arnaldo ed è arrivato in piazza Paolo VI, hanno confermato che quello ambientale è un tema trasversale. Tra i manifestanti anche gli studenti dei “Fridayforfuture” e i rappresentanti dei tanti comitati ambientali nati nel Bresciano per denunciare situazioni di degrado e  i “Custodi dell’ambiente”, un gruppo di persone che da anni opera per promuovere la difesa dell’ambiente da un punto di vista cristiano.

Tra le richieste sostenute con maggiore vigore dai 15mila manifestanti quella dello stop alle concessioni per nuove discariche nel Bresciano. E mentre gli ultimi manifestanti si disperdevano la città Legambiente Italia e il Sole24 Ore rendevano noti i risultati della ricerca Ecosistema Urbano 2019, sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia stilata sulla scorta di 18 parametri divisi in cinque macro categorie: qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti, che spaziano dal numero di alberi all’offerta del trasporto pubblico, dalla concentrazione di PM10 nell’aria alla dispersione della rete idrica, fino allo spazio occupato dalle piste ciclabili. Brescia, che figura al 33° posto, è la prima delle città lombarde per numero di alberi piantati in relazioni a quelli dei suoi cittadini.

MASSIMO VENTURELLI 28 ott 2019 08:01