Verso il Referendum. Galantino: sulle trivelle “gli slogan non funzionano”
Sulle trivelle, in particolare, ossia sulla questione “se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni”, i Vescovi hanno concordato “circa l’importanza che essa sia dibattuta nelle comunità"
“Spesso le persone sono state informate a posteriori”, la denuncia del vescovo, secondo il quale “in Italia manca la capacità di coinvolgere le persone e di stare insieme non per ‘contarci’, ma per capire”. Bisogna chiedersi, per il segretario generale della Cei, “se riusciamo in Italia a non risolvere i problemi solo dividendoci tra favorevoli e contrari, a capire che alcuni problemi sono la spia di un malessere a vari livelli”. Nel nostro Paese, in sintesi, “manca la passione culturale che ha sempre caratterizzato l’Italia e di cui ci ha parlato il Papa a Firenze. Prima che dilapidare la terra, l’aria, l’ambiente, stiamo dilapidando la capacità dell’Italia – che viene dalla Magna Grecia – di ragionare sulle cose, perché tutti ne abbiamo da guadagnare”.
La questione ambientale, si legge nel comunicato finale, ha occupato i vescovi a Genova: sulle trivelle, in particolare, ossia sulla questione “se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni”, i vescovi hanno concordato “circa l’importanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell’enciclica Laudato sì’ di Papa Francesco”.
A domanda precisa sulla posizione espressa oggi da “Avvenire”, in cui si afferma che basterebbero le parole della Laudato si’ per “comprendere come mai la Chiesa, in vista del referendum del 17 aprile, si trovi schierata sulle posizioni dei comitati ’No triv’”, si è detto d’accordo.
AGENSIR
19 mar 2016 00:00