"Sballo"? Indichiamo ai ragazzi che c'è una vita buona...
Droga, giovani e discoteche: il commento dell'Ufficio per l'Educazione, la scuola e l'università della Diocesi di Brescia ai recenti fatti di cronaca
Il pensiero è subito rivolto alle giovani vite spezzate: “Le nostre pagine sono dedicate all'educazione e alla scuola. E' perciò un dovere parlare di Ilaria, di Lorenzo, di Lamberto, dei troppi giovanissimi bruciati in questa estate, come nelle altre. Ora è cronaca: eppure solo qualche mese fa il Cnr ci aveva informato che nel corso del 2014 circa 54mila studenti italiani delle scuole medie superiori (il 2,3 per cento dei 15-19enni) avevano ingurgitato droghe alla cieca, del tutto inconsapevoli di che cosa si stessero calando in corpo, di quali sarebbero stati gli effetti”.
Sulla prevenzione e sull'assunzione delle proprie responbilità è invece incentrato il passaggio centrale della nota: “Chiudere discoteche, aumentare controlli, diffondere campagne informative: tutto può essere utile. Purché non si dica che circola 'ecstasy cattiva', come se ne circolasse anche di buona. Purché non ci si risolvesse a liberalizzare qualche sostanza, come a togliersi un peso. Purché non si colpevolizzassero la famiglia, il quartiere degradato, la società, l'urbanistica disumanizzante, la scuola lontana dai ragazzi: tutti tranne noi”.
Qual è il ruolo dei media? Quali sono le azioni necessarie da mettere in campo a fronte di una pressante emergenza educativa? “Apriamo qualche home page di testate nazionali, guardiamo a qualunque ora un canale Tv: l'accostamento tragico e insultante di giovani che muoiono e Vip sempre vincenti sulle spiagge, di calciatori milionari nel vuoto pneumatico dei cervelli, forse dovrebbe dirci della necessità per noi adulti di avere un sussulto di dignità. Della necessità di dire a questi ragazzi che c'è una vita buona, che l'abbiamo incontrata”.
R. GUATTA CALDINI
13 ago 2015 00:00