Papa Francesco a L'Avana: amare è servire le persone non le ideologie
Nella piazza della Rivoluzione primo incontro del viaggio apostolico del Papa a Cuba
Logica di Gesù lontana da ogni elitarismo
Ad aprire la Messa nella Piazza della Rivoluzione un canto sulla speranza che viene della fede. La Piazza è cambiata: c’è il noto ritratto murale del Che Guevara, ma ci sono anche le immagini di Gesù misericordioso, di Papa Francesco e di Madre Teresa di Calcutta. Tantissimi i fedeli che sin dalla notte hanno affollato la Piazza. Profondo il silenzio durante la celebrazione. Commentando il Vangelo in cui i discepoli si chiedono chi sia il più grande tra di loro, il Papa spiega che Gesù sconvolge la loro logica, con la logica dell’amore che esalta i più piccoli, non i grandi, non quanti si sentono o vogliono essere superiori: “Lontano da ogni tipo di elitarismo, l’orizzonte di Gesù non è per pochi privilegiati capaci di giungere alla 'conoscenza desiderata' o a distinti livelli di spiritualità. L’orizzonte di Gesù è sempre una proposta per la vita quotidiana, anche qui, nella 'nostra' isola; una proposta che fa sempre sì che la quotidianità abbia un certo sapore di eternità”.
Servire gli altri, non servirsi degli altri
“E’ il grande paradosso di Gesù” che dice: “chi vuole essere grande, serva gli altri, e non si serva degli altri!”. E servire significa “avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo. Sono i volti sofferenti, indifesi e afflitti che Gesù propone di guardare e invita concretamente ad amare. Amore che si concretizza in azioni e decisioni”:“C’è un ‘servizio’ che serve gli altri; però dobbiamo guardarci dall’altro servizio, dalla tentazione del ‘servizio’ che si serve degli altri. Esiste una forma di esercizio del servizio che ha come interesse il beneficiare i ‘miei’, in nome del ‘nostro’. Questo servizio lascia sempre fuori i ‘tuoi’, generando una dinamica di esclusione”.
Servizio non è mai ideologico, serve le persone non le idee
Occorre non cadere nelle tentazioni del “servizio che si serve” e farsi “carico gli uni degli altri per amore”, lontani “dallo sguardo che giudica”:
“Questo farci carico per amore non punta verso un atteggiamento di servilismo, ma al contrario, pone al centro della questione il fratello: il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimità fino in alcuni casi a ‘soffrirla’, e cerca la sua promozione. Per tale ragione il servizio non è mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma persone”.
Il popolo di Cuba – afferma il Papa – “ha delle ferite, come ogni popolo, ma che sa stare con le braccia aperte”. L’esortazione di Francesco è a non trascurare la fragilità dei fratelli “a causa di progetti che possono apparire seducenti, ma che si disinteressano del volto di chi ti sta accanto”.
SERGIO CENTOFANTI (RADIO VATICANA)
21 set 2015 00:00