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Brescia
di MARTA GALIAZZO 02 ott 2015 00:00

Ottobre missionario: dalla parte dei poveri

Il direttore dell’Ufficio per le missioni, don Carlo Tartari, presenta il mese missionario

Il mese di ottobre permette di approfondire il significato della dimensione missionaria che appartiene alla natura della Chiesa e quindi ad ogni battezzato. “Dalla parte dei poveri” è il tema della Giornata missionaria mondiale, che si celebra come sempre la terza domenica di ottobre, quest’anno il 18 ottobre. “La giornata – spiega don Carlo Tartari – diventa il segno del fatto che la dimensione missionaria non può esaurirsi in una giornata o in un mese, ma chiaramente è un richiamo forte ad una dimensione essenziale della Chiesa”. Tra gli appuntamenti diocesani, si ricordano, sabato 10 ottobre dalle 9.30 al Centro pastorale Paolo VI, il convegno sulla Populorum Progressio e la veglia missionaria diocesana di sabato 17 ottobre, alle 20.30, in Cattedrale. Per quanto riguarda il convegno, il prof. Fulvio De Giorgi interviene su “La prospettiva storica e il contesto ecclesiale nei quali è maturata l’Enciclica”, mentre padre Mario Menin si sofferma sulla profezia dell’Enciclica alla luce dell’azione e del magistero di Papa Francesco.

L’ottobre missionario prevede un cammino di animazione articolato in cinque settimane in preparazione alla Giornata missionaria mondiale.
Questo è parte della tradizione delle nostre comunità cristiane e in questo tempo riceviamo anche sollecitazioni. È possibile vivere questo tempo attraverso alcuni passaggi che si declinano in cinque tappe. La prima è la contemplazione e questo è interessante perché noi spesso leghiamo la missione ad alcuni aspetti molto operativi, ma quando la missione si riduce solo a questo diventa sterile. L’ottobre si apre invece con un’attenzione grande alla dimensione contemplativa, tant’è che anche nella nostra diocesi viviamo in collegamento, in collaborazione, con i monasteri di clausura il momento di adorazione, di contemplazione e di ascolto della parola: l’1 ottobre alle 20.30 al Monastero delle Clarisse di Bienno e al Monastero della Visitazione di Salò. Perché lì è la sorgente della missione. Il secondo passaggio è la vocazione: il missionario è tale perché è stato chiamato dal Signore a seguirlo da vicino e ad andare ad annunciare ciò che i suoi occhi hanno visto, ciò che le sue mani hanno toccato, per richiamare quanto Giovanni stesso dice. La responsabilità e la capacità di rispondere a questa chiamata in fedeltà a Dio che si rivela in Gesù, ma in fedeltà all’uomo concreto, a coloro ai quali il Signore mi invia. E non solo ai confini estremi della terra, ma Papa Francesco richiama la testimonianza data al mio prossimo, al mio vicino di casa, a coloro che vivono con me, nella mia comunità, nel mio luogo di lavoro; in luoghi a volte anche più profani, che sono pur sempre luoghi di missione. Il quarto passaggio è sulla carità ed è interessante che la carità, che diventa dono di ciò che ci è possibile oggi, segua proprio questi passaggi: la contemplazione, la vocazione, la responsabilità. Solo alla luce di questo nasce un autentico gesto di carità. Altrimenti questo resta elemosina nel senso deteriore del termine. L’ultima settimana la dedichiamo al ringraziamento e a rendere grazie non tanto per le opere che noi possiamo compiere, ma per l’opera di Dio che si manifesta anche attraverso le azioni che il Signore ci dà la grazia di compiere. Questi cinque passaggi accompagnano l’ottobre missionario è possibile ritirare presso il centro missionario tutta una “sussidiazione” che può accompagnare il cammino personale e il cammino comunitario. Il cuore di questo è la giornata missionaria mondiale in cui credo che le nostre comunità cristiane possano aprirsi ad uno sguardo universale autenticamente cattolico, cioè aperto all’universalità della rivelazione di Gesù che si attua oggi a Brescia, ma si attua anche nel mondo laddove i nostri missionari sono giunti.

Il nuovo anno pastorale sarà segnato dall’Anno Santo della misericordia.
Aprire una porta credo abbia un aspetto ambivalente: significa poter accogliere chi da questa porta entra, ma significa anche uscire per andare verso, questo è il dinamismo della missione. Nell’ottobre del 2016 inviteremo tutti i 22 fidei donum (più quattro Vescovi) di Brescia nel mondo a ritrovarsi a Brescia nell’anno del giubileo, proprio come segno di una Chiesa che ha vissuto una dimensione di invio, ma vive anche una dimensione di ritorno.
MARTA GALIAZZO 02 ott 2015 00:00