Ogni tipo di violenza nel settore minerario. L'altolà del Papa
Il Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace ha riunito a Roma una trentina di rappresentanti di comunità colpite in Africa, Asia e America Latina. A loro Francesco ha inviato un messaggio con il quale chiede "un radicale cambiamento di paradigma per migliorare la situazione in molti Paesi". Il Vaticano sta ascoltando le comunità locali e tentando un dialogo con i dirigenti delle imprese
Il grido del Papa. È un grido “per i terreni perduti - scrive il Papa -; un grido per l’estrazione di ricchezze dal suolo che paradossalmente non ha prodotto ricchezza per le popolazioni locali rimaste povere; un grido di dolore in reazione alle violenze, alle minacce e alla corruzione; un grido di sdegno e di aiuto per le violazioni dei diritti umani, clamorosamente o discretamente calpestati per quanto concerne la salute delle popolazioni, le condizioni di lavoro, talvolta la schiavitù e il traffico di persone che alimenta il tragico fenomeno della prostituzione; un grido di tristezza e di impotenza per l’inquinamento delle acque, dell’aria e dei suoli; un grido di incomprensione per l’assenza di processi inclusivi e di appoggio da parte di quelle attività civili, locali e nazionali, che hanno il fondamentale dovere di promuovere il bene comune”. “L’intero settore minerario - sottolinea - è indubbiamente chiamato a compiere un radicale cambiamento di paradigma” al quale possono contribuire “i governi nei Paesi di origine delle società multinazionali e di quelli in cui esse operano, gli imprenditori e gli investitori, le autorità locali che sorvegliano lo svolgimento delle operazioni minerarie, gli operai e i loro rappresentanti, le filiere di approvvigionamento internazionali con i vari intermediari e coloro che operano sui mercati di queste materie, i consumatori di merci per la realizzazione delle quali ci si è serviti di minerali”.
Pressioni e intimidazioni. “Mi preme sottolineare - ha affermato in conferenza stampa in Vaticano il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace - che alcune persone che partecipano all’incontro hanno ricevuto pressioni e intimidazioni, anche tentativi di omicidio, prima di venire a Roma”. “Ci arrivano continue testimonianze di minaccia, violenze e uccisioni - ha proseguito il card. Turkson -, di rappresaglie, di compensazioni mai arrivate e promesse mai mantenute. Dinnanzi a tali situazioni non si può lasciare che l’indifferenza, il cinismo e l’impunità continuino”. Il presidente del dicastero vaticano ha puntato il dito contro quegli “individui che lavorano senza uno scopo veramente umano” e sono “insensibili al benestare dell’ambiente sociale e naturale”: “Responsabili sono gli investitori, imprenditori, politici e governanti dei Paesi dove si trovano i giacimenti oppure dei Paesi dove risiedono i quartieri generali delle multinazionali minerarie”.
I racconti. Tra i racconti delle pressioni subìte, quello toccante di Héritier Wembo Nyama, che vive nella regione orientale della Repubblica democratica del Congo, notoriamente zona estrattiva di oro e altri minerali preziosi per l’industria telefonica. Ha mostrato in sala stampa le ustioni al braccio e alla spalla provocate da alcuni poliziotti che lo hanno gettato nel fuoco durante una marcia di protesta contro la compagnia mineraria. È stato arrestato, legato e torturato, finendo in ospedale per due settimane, dove è stato aiutato dalla Chiesa locale. A Kigali, prima di partire per Roma, lo hanno rintracciato e minacciato di uccidere. “La nostra comunità ha bisogno di aiuto. Siamo tutti senza lavoro”. Altre testimonianze da Cile, Brasile, India hanno raccontato decine di omicidi di attivisti dei movimenti popolari o semplici contadini, dell’inquinamento delle acque potabili, del degrado ambientale e dei vari conflitti aperti sui territori. “Abbiamo molte aspettative da questo incontro in Vaticano - ha detto padre Dario Bossi, missionario nello Stato del Parà, in Brasile -. Sappiamo che Papa Francesco conosce e comprende il nostro grido”.
PATRIZIA CAIFFA (AGENSIR)
17 lug 2015 00:00