Le omelie non si improvvisano
Il Direttorio omiletico promosso dalla Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti cerca di mettere ordine nel mare magnum delle omelie. Ecco alcune indicazioni
Ecco alcuni suggerimenti ripresi negli interventi alla conferenza stampa di presentazione del Direttorio.
1) L'omelia non può essere improvvisata. Va preparata accuratamente, ancorandola a una profonda conoscenza della Sacra Scrittura, in particolare del Vangelo. (Prop. 19, Sinodo dei Vescovi 2005)
2) Non è un discorso qualsiasi, ma un parlare ispirato dalla Parola di Dio. Si può ricorrere ad immagini o a leggende per non annoiare i fedeli.
3) L'omelia non è uno spettacolo di intrattenimento, ma deve dare fervore e significato alla celebrazione (Evangelii Gaudium, n. 138)
4) La predicazione deve essere positiva perché offra “sempre speranza” e non lasci “prigionieri della negatività” (Evangelii Gaudium).
6) Il buon omileta guida "a intendere e gustare ciò che esce dalla bocca di Dio, aprire i i cuori al rendimento di grazie a Dio, alimentare la fede, preparare a una fruttuosa comunione sacramentale con Cristo". Sarà un cattivo omileta che "pur essendo magari un grande oratore, non sarà capace di suscitare questi effetti".
7) Il predicatore deve organizzare la sua omelia seguendo questa traccia: scegliere cosa dire, perché dirlo, come dirlo a "questa" assemblea specifica. Le omelie si differenziano a seconda della celebrazione: nella messa feriale si raccomanda una omelia breve.
8) Una omelia efficace instilla in chi ascolta il desiderio di conoscere o riconoscere Dio, presentandolo nel modo più diretto e chiaro, non accartocciato o parziale
9) Una omelia efficace mette in pericolo ciò che chi ascolta "sa già".
10) Il parlare di un sacerdote dovrà essere incarnato, dovrà cioè testimoniare un atteggiamento di fronte alla vita, una posizione umana.