In cammino alla sequela di Santa Teresa di Gesù
Il Movimento ecclesiale carmelitano propone, domenica 24 maggio, il tradizionale pellegrinaggio alla Madonna della Neve di Adro
Andariega è Teresa già da piccola, quando a sette anni, insieme al fratellino Rodrigo, lascia furtivamente la casa paterna e esce dalla porta di S. Vincenzo per incamminarsi verso la terra dei Mori, dove spera di essere decapitata e così andare a «vedere Dio». Poco importa che ad ostacolare l’impresa sia stato uno zio che, allertato dai genitori in ansia, recuperi i due bambini qualche centinaio di metri fuori città.
E la dimensione del cammino ritorna sulle labbra della Santa poco prima di spirare: «¡Ya es tiempo de caminar!». Sono le parole che Anna di S. Bartolomeo registra nei suoi ricordi su colei che le fece da maestra – le insegnò a leggere e a scrivere! – e madre. Un pellegrinaggio che abbraccia tutta la sua esistenza, vissuta come una orazione rivolta a Dio, se è vero che le sue istruzioni rivolte alle consorelle in cui unisce un commento al Padre nostro, è stato intitolato «Cammino di perfezione».
E lungo questa strada troviamo Maria. Il primo ricordo di questo rapporto lo incontriamo nel primo capitolo della suaVita: «Cercavo la solitudine per recitare le mie preghiere che erano molte, specialmente il rosario di cui mia madre era molto devota e procurava che lo fossimo anche noi» (Vita 1,6). Il mondo della sua orazione infantile, segnato da quel richiamo all’infinito che le fa ripetere: Sempre! Sempre! Sempre! si apre all’invocazione mariana grazie alla madre. Perciò non deve suscitare meraviglia se poche righe più avanti scrive: «Ricordo che quando mia madre morì, avevo poco meno di dodici anni. Appena ne compresi la gran perdita, mi portai afflitta ai piedi di una statua della Madonna e la supplicai con molte lacrime a volermi fare da madre. Mi sembra che questa preghiera, fatta con tanta semplicità, sia stata accolta favorevolmente, perché non vi fu cosa in cui mi sia raccomandata a questa Vergine sovrana senza che ne venissi subito esaudita. Ella, infine, mi fece sua» (Vita 1,7).
Alla luce di questo episodio è stato scelto il titolo del pellegrinaggio: «Maria, sii tu mia madre!». Nella vita si cammina non solo perché c’è un desiderio – di infinito, ci spiegano i Santi – che rende incontentabile l’uomo e lo spinge sempre verso un di più; non solo perché si ha la certezza di una meta: il cuore di un Dio che ci è Padre; ma anche perché lungo la strada c’è una madre che sollecita ci accompagna. Maria ha incominciato questa sua opera prendendosi cura di Gesù. E in Gesù tutti siamo stati resi suoi figli. Potremmo dire che alla sua scuola impariamo a rifiutare il male e a scegliere il bene, e forse non è fuori luogo applicare a ogni fedele quella scena riprodotta dal Caravaggio nella Madonna dei Palafrenieri: è lei, la tutta pura, che reggendo il piccolo Gesù nei suoi primi passi, lo guida a calpestare con i suoi piedini il serpente tentatore.
Andariega è soprattutto Teresa, quando lasciata la pace della clausura, percorre le polverose strade della Spagna del ‘500 per fondare nuovi monasteri: sono la risposta che lei, semplice monaca, riesce a immagine davanti al mondo in fiamme del suo tempo: luoghi dove uomini e donne custodiscano e amino il Signore della loro vita. Nella Vita per immagini curata proprio dalle consorelle più vicine a lei in occasione della beatificazione, una incisione raffigura Teresa che raccoglie sotto la cappa bianca, il mantello caratteristico dell’Ordine carmelitano, tutti i suoi figli e le sue figlie. Si tratta, com’è noto, di una prospettiva molto mariana, che rievoca la Madre della misericordia, la Madonna del manto, qual è stata rappresentata in modo mirabile da numerosi artisti.
Camminare con Maria sulla strada che è lo stesso Cristo Gesù, porta ad assumersi una responsabilità, e dunque una maternità verso tutte le persone che ciascuno prende su di sé lungo la strada. Nell’antichità, il pellegrino lasciava famiglia e villaggio non per abbandonarli, ma per portarli con sé lungo la via (né portava i desideri e si caricava dei peccati per espiarli nella fatica del cammino e, raggiunta la meta, se ne tornava perdonato e carico di benedizione per i suoi). Pellegrini, guidati da Maria sulla strada che è Cristo, per diventare come lei, capaci di offrire al mondo la speranza di Dio, Cristo Gesù.
GIUSEPPE FURIONI
25 mag 2015 00:00