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Brescia
di LUIGI ZAMELI 23 apr 2015 00:00

È bello con te!

Lo slogan esprime una relazione, un cammino che trasforma il nostro sguardo di fede e lo rende capace di riconoscere la bellezza del Signore che, anche oggi, continua a chiamare e a spargere semi di vocazione con abbondanza

Il tema della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra domenica 26 aprile, è “Vocazioni e santità: toccati dalla Bellezza” (Evangelii Gaudium, 167; 264). L’Ufficio nazionale Cei per la pastorale delle vocazioni propone uno slogan che ispira la celebrazione della Giornata in tutte le parrocchie. Lo slogan “È bello con te!” esprime una relazione, un cammino che trasforma il nostro sguardo di fede e lo rende capace di riconoscere la bellezza del Signore che, anche oggi, continua a chiamare e a spargere semi di vocazione con abbondanza. Alla vigilia della 52ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, venerdì 24 aprile alle 20.45 il vescovo Monari presiede la veglia di preghiera nella Basilica delle Grazie. Uscire da se stessi, “dalla comodità e rigidità del proprio io per centrare la nostra vita in Gesù Cristo”.

È “il movimento fondamentale dell’esperienza di fede” che sta “alla radice di ogni vocazione cristiana”. Lo ricorda papa Francesco nel messaggio per la 52ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (firmato nella Domenica delle Palme e reso noto oggi), che ha per titolo “L’esodo, esperienza fondamentale della vocazione”. “La vocazione cristiana – scrive il Papa – non può che nascere all’interno di un’esperienza di missione. Così, ascoltare e seguire la voce di Cristo Buon Pastore, lasciandosi attrarre e condurre da Lui e consacrando a Lui la propria vita, significa permettere che lo Spirito Santo c’introduca in questo dinamismo missionario, suscitando in noi il desiderio e il coraggio gioioso di offrire la nostra vita e di spenderla per la causa del Regno di Dio”.

“L’offerta della propria vita in questo atteggiamento missionario è possibile solo se siamo capaci di uscire da noi stessi”, sottolinea Francesco, leggendo “l’esperienza dell’esodo” come “paradigma della vita cristiana, in particolare di chi abbraccia una vocazione di speciale dedizione al servizio del Vangelo”.
LUIGI ZAMELI 23 apr 2015 00:00