Don Corazzina: strada ancora lunga
Il commento al Te Deum di don Fabio Corazzina
Come ci dobbiamo rapportare con tutto il resto della società? Combatterli, escluderli, criticarli? O che altro? Come, dove e con quale metodo impareremo a collaborare e proporci obiettivi comuni e costruire insieme strutture sociali complesse per il bene di tutti? Stiamo elaborando, come diocesi, un progetto pastorale missionario, saremo capaci di definirlo senza partire da una posizione di potere e di maggioranza (che non esiste)? E, per ultimo: “Il problema nasce quando la rivendicazione degli spazi di libertà e di realizzazione del singolo viene avanzata senza attenzione agli effetti che questa rivendicazione ha sulla vita degli altri. Libertà personale e responsabilità sociale non sono contraddittorie e nemmeno estranee una all’altra”. Forse questo è il cuore del lavoro che siamo chiamati a fare, come uomini e donne, come cristiani e come sacerdoti e pastori. Non slegare mai la libertà personale dalla responsabilità sociale, lo sguardo alle singole persone dal progetto di umanità, la testimonianza in questo mondo (qui e ora) e la costruzione del Regno di Dio.
Quale sarà l’azione pastorale di una Chiesa, di una Diocesi, di una Parrocchia collocata dentro e non fuori questa società e mondo? Oltre che antropologica, dottrinale ed etica la proposta deve essere pastorale. In altri termini: per me, come pastore, non è sufficiente ribadire in parrocchia i valori non negoziabili ma trovare il modo di annunciare il Vangelo e il Regno di Dio che traspare fondamentalmente dalla mia/nostra vita quotidiana e concreta. La strada è ancora lunga!