Con bilanci sostenibili al servizio del Vangelo
Dall’Ufficio amministrativo della diocesi la proposta di un progetto per il sostegno di enti ecclesiastici e parrocchie nella gestione amministrativa
Vescovo. Anche il Vescovo a più riprese ha fatto cenno alle difficoltà a cui un numero sempre più significativo di parroci deve far fronte nella conduzione amministrativa delle comunità loro assegnate. Ne ha parlato sia al consiglio presbiterale che in quello pastorale diocesano dell’aprile scorso (vedi box nella pagina a fianco). Guidare oggi una parrocchia o un’unità pastorale con tutti gli oneri amministrativi che comporta è sentito spesso come un peso. Continuare a farlo senza un supporto adeguato può esporre a qualche rischio. Per tale motivo l’Ufficio amministrativo e don Girelli, nel rispetto delle procedure ecclesiali, hanno pensato ad alcuni strumenti che possano sostenere i sacerdoti, nel loro compito di rappresentati legali della parrocchia e, in prospettiva futura, delle unità pastorali.
Progetto. “Abbiamo pensato a questo progetto – afferma don Girelli – per incrementare la trasparenza economica della diocesi e della parrocchie, favorendo, nel contempo, un ragionato rispetto delle leggi canoniche e civili nello svolgimento della attività tipiche di una parrocchia”. In prospettiva il progetto messo a punto dall’Ufficio amministrativo dovrebbe attivare non solo servizi professionali a sostegno di enti e parrocchie in questo delicato settore, ma anche pensare a percorsi di formazione in ambito amministrativo, tecnico e giuridico di parroci e, soprattutto, di laici membri dei consigli per gli affari economici. “In una prospettiva nemmeno troppo futura – afferma ancora don Girelli – dovrebbe favorire anche la nascita, nelle unità pastorali di una commissione economica e organizzare, magari in collaborazione con l’Università cattolica, percorsi di formazione stabili per segretari economici della parrocchia o dell’unità pastorale.
Ostacoli. Don Girelli ha ben presente che sono molti gli ostacoli che il cammino verso questo progetto potrebbe incontrare. D’altra parte è la fredda logica dei numeri a dire che qualcosa deve essere messo in campo. Il bilancio aggregato delle parrocchie bresciane per il quinquennio che va dal 2009 al 2014 certifica non solo la progressiva diminuzione delle entrate, ma anche un indebitamento complessivo di 83 milioni di euro (dovuto soprattutto a interventi straordinari su immobili e strutture), a fronte di depositi che sfiorano i 35,5. Questi e molti altri elementi hanno indotto don Girelli e il suo ufficio a mettere mano a un progetto che ha in una rinnovata comunione tra i sacerdoti e le comunità di riferimento (particolarmente importante nel momento dell’assunzione di impegni di natura straordinaria come ristrutturazioni, nuove edificazioni, etc.) la sua filosofia di fondo. Una filosofia che, nel progetto messo a punto, trova declinazione in iniziative specifiche, come convenzioni con avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, figure necessarie per consentire alle parrocchie e agli altri destinatari della proposta di affrontare con serenità la gestione amministrativa. Altre sono le iniziative che il progetto prevede per “rendere più semplice” la vita di parroci e parrocchie in campo amministrativo.
Parrocchie. Le parrocchie, come si legge ancora nel documento elaborato e che tiene in considerazione l’evoluzione delle normative italiane, saranno chiamate a formulare piani generali strategici per l’utilizzo degli immobili in funzione delle necessità pastorali. In loro soccorso arriverà quello che nel progetto viene definito come “Gruppo tecnico di professionisti” che, redatto un manuale per la stesura dei citati piani strategici, si metterà al servizio delle parrocchie. Il gruppo tecnico potrà effettuare una verifica sulle proprietà immobiliari di ogni singola parrocchia o mettere a punto un corso di formazione per tecnici locali che possano poi svolgere le verifiche richieste. “Non si può chiedere ai sacerdoti – afferma don Girelli – di essere costantemente aggiornati sulle evoluzioni delle normative. Per questo è importante investire su personale qualificato, che sappia abbinare alla conoscenza tecnica anche il buon senso del padre di famiglia, così da potere fare fronte alle continue richieste di discernimento delle leggi”. A corredo del progetto, don Girelli e i suoi collaboratori hanno anche pensato a un cronoprogramma, perché quella che a oggi è una semplice proposta possa diventare strumento a servizio delle parrocchie e della diocesi nell’arco di un quinquennio. “Probabilmente – conclude il sacerdote – a fronte della situazione complessa che stiamo vivendo sarebbe stato più semplice cedere alla tentazione di centralizzare e portare tutto sotto il controllo degli uffici di curia per arrivare a risultati significativi in tempi rapidi. Alla fine la scelta è caduta su un processo sicuramente più lungo che dovrebbe portare alla responsabilizzazione soprattutto dei laici nelle comunità, nella speranza che camminando insieme si possa giungere lontano, servendo il vangelo con lungimiranza”.
M. VENTURELLI
06 mag 2016 00:00