Aperta la Porta Santa a Bangui, capitale spirituale del mondo
Nella Repubblica Centrafricana papa Francesco ha avviato il Giubileo della Misericordia
“Bangui diviene la capitale la spirituale del mondo. L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa terra. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore”. Con queste parole Papa Francesco ha aperto la Porta Santa nella cattedrale di Bangui. Il Pontefice ha chiesto amore e pace anche nella lingua locale.
Dio guarisce l'uomo
Ha “il sapore dell’amore” l’apertura della Porta Santa nella Repubblica Centrafricana, cuore dell’Africa afflitto da una sanguinosa guerra civile, non di religione, alimentata da odio e da violenze. E’ un popolo, quello abbracciato dal Papa, lacerato da una disperazione che ad alcuni non concede “nemmeno la forza di agire”. Quello che resta - afferma il Papa - è solo l’attesa di un’elemosina nella speranza di ricevere cibo, giustizia e bontà. Ma la forza e la potenza di Dio – ha ricordato il Papa - “guariscono l’uomo, lo fanno rialzare e lo rendono capace di cominciare una nuova vita passando all’altra riva.Dobbiamo perciò essere consapevoli che questo passaggio all’altra riva non si può fare se non con Lui, liberandoci dalle concezioni della famiglia e del sangue che dividono, per costruire una Chiesa-Famiglia di Dio, aperta a tutti, che si prende cura di coloro che hanno più bisogno”.
Siate testimoni dell'infinita misericordia del Padre
Per costruire questa Chiesa le fondamenta – ha osservato papa Francesco – sono la prossimità e lo spirito di comunione: “Non è prima di tutto una questione di mezzi finanziari; basta in realtà condividere la vita del popolo di Dio, rendendo ragione della speranza che è in noi (cfr 1 Pt 3,15), essendo testimoni dell’infinita misericordia di Dio”.
Il Signore avrà l'ultima parola
"L’amore per i nemici – ha affermato il Papa – premunisce contro la tentazione della vendetta e contro la spirale delle rappresaglie senza fine”. Il Signore è amore e i cristiani – ha aggiunto – “sono chiamati a dare testimonianza di questo Dio” soprattutto dove regnano violenza, odio, ingiustizia e persecuzione. “La potenza dell’amore non arretra davanti a nulla”. Il Signore è più forte di tutto e anche quando le forze del male si scatenano – spiega il Santo Padre – “Dio avrà l’ultima parola”. “E questa parola sarà d’amore”. Quindi si rivolge a quanti alimentano guerre e violenze: “A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace”.
Si incarni il cuore di Dio
Il Pontefice si è rivolto infine ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai laici impegnati ad annunciare il Vangelo nella Repubblica Centrafricana. In questo Paese dal nome così suggestivo, chiamato a scoprire “il Signore come vero Centro di tutto ciò che è buono”, la vocazione – ha concluso - è di incarnare “il cuore di Dio”.
REDAZIONE ONLINE
30 nov 2015 00:00