Colpani, talento genuino
Andrea Colpani, classe 1999 di San Zeno, è cresciuto nell’Atalanta e oggi gioca in serie B a Trapani
All’inizio di questa pandemia, la storia di Andrea Colpani, centrocampista bresciano del Trapani, che con un gesto di generosità ha devoluto buona parte del suo stipendio alla causa “aiutiamo Brescia”, è rimbalzata sui giornali nazionali e locali. Andrea, classe 1999, è di San Zeno Naviglio e da quest’anno, dopo tutta la trafila nelle giovanili dell’Atalanta e parecchie convocazioni in prima squadra, è sceso in Sicilia in prestito al Trapani, che milita del campionato di Serie B.
Andrea, come sta vivendo questo periodo storico, in cui anche il calcio si è fermato?
Sono rimasto qui, non mi sono mosso da Trapani. Per un po’ si è fermata la mia ragazza; il resto della quarantena lo sto trascorrendo con Carnesecchi, mio compagno di squadra, con cui condivido l’appartamento da quando sono arrivato in Sicilia. Mi sono allenato tutti i giorni in casa e dal 4 maggio posso uscire a correre.
San Zeno Naviglio, il paese da cui proviene, ha dato i natali ai due fratelli Bonetti, che hanno disputato due finali di Coppa dei Campioni, a suo zio Paolo Bravo, ex bandiera del Rimini e di riflesso ad un suo coetaneo Gianluca Busio (il padre è di San Zeno, nda), stella emergente negli Stati Uniti.
Non penso al fatto di venire da un paese di calciatori. Diciamo che quando vado in campo penso solo a giocare, a divertirmi e a fare il meglio che posso: è questa la responsabilità che sento.
Goethe diceva: “Chi non ha visto la Sicilia, non ha visto il mondo”. Come è stato il suo impatto con l’isola?
Quando è uscita la notizia che sarei passato al Trapani, mi hanno scritto tantissime persone, anche ex giocatori, che mi dicevano di stare tranquillo perché mi sarei trovato bene . Avevano ragione: la gente è fantastica, molto appassionata; la città bella e c’è un mare stupendo.
Qualcuno a Trapani l’ha paragonata a Zaniolo… A che tipo di giocatore si ispira?
Non mi rivedo tanto in Zaniolo: a livello tecnico magari qualche somiglianza c’è, ma lui ha molta più fisicità di me. Il modello di giocatore a cui cerco di ispirarmi è De Jong del Barcellona.
Suo zio Paolo Bravo, ora direttore sportivo del SudTirol, sostiene di non averle mai dato consigli…
Verissimo. Non abbiamo mai parlato di calcio, nemmeno quando giocavo nelle giovanili dell’Atalanta. L’ho chiamato io prima di iniziare questa esperienza con i “grandi”: volevo un suo parere.
Tante convocazioni con la prima squadra di Gasperini, tutta la trafila nelle nazionali giovanili, qual è il sogno di Andrea Colpani?
Ne ho due in realtà: giocare in serie A, magari esordendo con la maglia dell’Atalanta, dove sono cresciuto, avendo fatto tutto il settore giovanile a Bergamo, ed esordire con la Nazionale Maggiore. Ma ora penso a fare bene a Trapani.