Ac San Zeno: una storia che cambia
L’Ac San Zeno cede la “matricola” della “prima squadra”, interrompendo così una storia che dura dal 1987. Nelle varie epoche la società ha avuto più vite: gli abitanti più longevi raccontano di partite viste nel campo che fu sito nella zona delle case“Fanfani”, quando il presidente era Masserdotti e i giocatori erano "Cece", "Bagatì", "Lonati” oppure quando il campo era vicino al futuro Cinema Fulgor.
Cenni storici che ti fanno capire che si è sempre respirata aria di calcio da queste parti. Questo è subito dimostrato scorrendo i vari nomi dei giocatori professionisti che hanno avuto i natali a San Zeno. Potremmo citare Losio, i fratelli Bonetti, Paolo Bravo e Andrea Colpani, ma molti non dimenticano nemmeno Saleri, che Maifredi paragonò a Platini, oppure Fabio Foglia che era arrivato fino alla Primavera del Verona con una presenza in Coppa Italia e il fratello Renato, che contava una panchina in C nell’Ospitaletto.
Ogni epoca ha avuto il suo giocatore. Dagli anni Sessanta al 1992 San Zeno ha avuto un solo campo sportivo, quello a sette giocatori dell’Oratorio. Nel 1970 si tentò l’esperimento di una squadra ad undici giocatori, ma durò solo pochi anni, anche perché il campo di casa era quello dell’Arici in città. Una sera d’estate, però alcuni amici al bar il Cervo, nella centralissima via Diaz, fondano l’A.C. San Zeno. Siamo nel 1987 e al tavolo sono seduti : Giacomo Benzoni, Giulio Traversi, Mattei Fiorenzo detto Renato, Fausto Capelli, Mario Bresciani, Angelo Bresciani e Guido Masserdotti; li raggiungerà appena più tardi Enzo Dancelli, unico giocatore presente al summit.
Il dado è tratto e il futuro quadro dirigenziale della società prende forma. I primi anni partecipano ad un campionato di Csi ad undici giocatori: gli allenamenti si facevano all’oratorio e le partite ufficiali in affitto al campo dell’Arici prima e in quello della Volta poi. La prima iscrizione ufficiale ad un campionato Figc, si parte dalla terza categoria, risale a solo due anni più tardi. Il presidente Benzoni non smise mai, negli anni di esilio, di sensibilizzare la Giunta del tempo, facendo presente che San Zeno era uno dei pochi paesi a non avere il campo ad undici giocatori. Ecco che nel 1992 viene inaugurato lo Stadio, che ancora oggi porta il nome di Giovanni Mor, allenatore mai dimenticato dalla dirigenza rossoblù, che durante un allenamento serale accusò un malore improvviso sul terreno di gioco. Il Presidente e tutta la società con gli instancabili collaboratori, che sempre volontariamente e gratuitamente si spendevano per il San Zeno, hanno sempre fornito l’appoggio alla famiglia: dando vita a un torneo giovanile molto partecipato, il “Giovanni Mor” appunto. Il Presidente ha visto passare tanti calciatori e tante categorie e se non fosse stato per quel palo galeotto, nello spareggio giocato a Ghedi, la squadra avrebbe assaporato i fasti dell’Eccellenza, considerata da tutti la Serie A dei dilettanti.