Una giustizia alta e altra è possibile
Promuovere un nuovo modo di fare giustizia e diffondere la cultura della mediazione per risolvere i conflitti, pensando ad un diritto riparativo e consensuale che si affianchi a quello retributivo, attualmente unico in uso. Ma anche rendere capaci le persone di risolvere i loro conflitti interpersonali al loro sorgere, senza dover ricorrere al giudice.
Questi gli scopi fondamentali che la professoressa Maria Martello si è posta in oltre trent’anni di studi sul tema e che ha voluto chiaramente esprimere all’interno del suo ultimo libro “Una giustizia alta e altra. La mediazione nella nostra vita e nei tribunali”, in cui presenta questioni e riflessioni di estrema attualità e di grande utilità. L’opera, edita da Paoline, verrà presentata il prossimo giovedì 3 novembre, alle 20.30, presso l’oratorio di S. Afra, in città, alla presenza dell’autrice, già docente di Psicologia dei rapporti interpersonali presso l’Università Cà Foscari e Giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni e la Corte d’Appello di Milano, formatrice alla Mediazione per la risoluzione dei conflitti secondo il modello umanistico-filosofico da lei ideato e autrice di altre numerose pubblicazioni.
In dialogo con la Martello, la giornalista Mariapia Garavaglia, don Stefano Fontana, cappellano del carcere di Brescia, Valentina Costa, vicepresidente del Centro Migranti e Luisa Ravagnani, garante dei diritti delle persone private della libertà personale. “Con questo libro, desidero dare una buona notizia, cioè quella che la giustizia, finalmente, si sta rinnovando” ha affermato l’autrice.
“Il libro – ha proseguito – ha lo scopo di presentare la nuova metodologia della mediazione, ma anche quello di far comprendere ad ogni singolo cittadino come ognuno di noi tenda maggiormente a giudicare anziché riparare, togliendo di fatto dignità agli altri. Nella mediazione dei conflitti, le parti sono considerate protagoniste e vengono aiutate da un mediatore, appositamente formato, a trovare esse stesse la migliore soluzione per entrambi: tutti e due escono quindi vincitori dal ‘conflitto’”. La mediazione è un metodo flessibile, che consente di trovare soluzioni valide e che vede le parti in mediazione quali protagoniste attive, celebranti il rito, come gli sposi durante il loro matrimonio. Se la sentenza di un giudice chiude il conflitto, non sempre essa lo risolve, al contrario della mediazione che ci riesce proprio grazie agli accordi presi dalle parti, che li hanno scelti liberamente grazie all’opera del mediatore. Con la mediazione si scava dietro i problemi oggettivi, indagando la sfera soggettiva alla base del conflitto e legata al vissuto dei contendenti. “Il libro è stato scritto partendo dal principio ancora presente nello stile comune ed ancora molto legato all’antica legge del taglione secondo la quale, se tu hai fatto qualcosa a qualcuno, dovresti aspettarti che ti ritorni un’azione uguale e contraria”, ha ribadito la professoressa Martello.
“Al giorno d’oggi, naturalmente, nessuno può farsi giustizia da sé, ma è certo che lo Stato agisca in modo molto simile, restituendo a coloro che hanno compiuto un’azione a danno di altri, una pena commisurata all’entità del danno causato, secondo il diritto retributivo. La mediazione di cui parlo nell’opera, invece, si dice riparativa e promuove l’incontro tra la parte offesa e l’altra, che lavoreranno in sinergia per trovare una soluzione condivisibile senza dimenticarsi di farsi carico del rispetto nei confronti dell’altro e ponendo quindi particolare attenzione alle conseguenze che le nostre azioni possono avere sulla vita altrui. Il danno inferto, quindi, rimane, ma l’aver ottenuto una sorta di risarcimento del danno subito anche in termini di scuse assume un’importanza fondamentale. Un metodo innovativo ma al contempo già sperimentato, in passato, da grandi uomini religiosi, come S. Francesco d’Assisi. Il libro vuole dunque informare sulle novità in campo, ma anche formare i lettori, dando loro spunti di riflessione sul proprio stile di vita quotidiano” ha concluso l’autrice.