Italia, ripensaci! La società civile non si ferma
Domenica 22 gennaio ricorre il secondo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), la prima norma internazionale che dichiara illegali le armi nucleari. Uno strumento legale fortemente voluto dalla società civile che ne ha promosso la discussione e votazione all’ONU nel luglio 2017, operando poi per il raggiungimento delle ratifiche necessaria a farlo entrare in vigore il 22 gennaio 2021. Una necessità resa sempre più impellente ed evidente dagli avvenimenti drammatici del 2022, in particolare dalle reiterate minacce di utilizzo dell’arma nucleare da parte della Russia.
Il Trattato sancisce l’illegalità delle armi nucleari e ne vieta l’uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, l’immagazzinamento, il trasferimento, la ricezione, la minaccia di usare, lo stazionamento, l’installazione o il dispiegamento. Ad oggi 68 Stati lo hanno ratificato, impegnandosi a promuovere un processo graduale e sicuro verso un disarmo nucleare totale, mentre sono 92 i Paesi che lo hanno firmato.
Purtroppo l’Italia mantiene al momento una posizione di distanza dal Trattato, evidenziata dalla decisione di non partecipare alla Conferenza di Vienna, promossa dai paesi sotoscrittori del Trattato (cui invece hanno preso parte alleati UE e NATO seppur non aderenti al TPNW) che ha condannato in modo inequivocabile “qualsiasi minaccia nucleare, sia essa esplicita o implicita e a prescindere dalle circostanze”, la più forte ed esplicita condanna multilaterale di sempre della minaccia di usare armi nucleari. Il nostro paese, anzi, si prepara ad ospitare le ancor più micidiali nuove bombe nucleari B61-12 che andranno a sostituire le precedenti presso le basi militari di Aviano (PN) e Ghedi (BRESCIA) le quali attendono di essere equipaggiate anche con i nuovi velivoli F35, in grado, ciascuno, di trasportare 2 ordigni di nuova micidiale, concezione.
Ma non ci scoraggiamo, anzi!: continueremo dunque a promuovere e rafforzare la mobilitazione “Italia, ripensaci” affinché Governo e Parlamento decidano di compiere passi concreti verso la costruzione di un mondo libero da armi nucleari, dando finalmente degno seguito all’impegno sottoscritto con il Trattato di Non Proliferazione (NPT) questo si, ratificato dal nostro paese nel 1975. Siamo convinti che sia necessario trasformare la logica della giustificazione delle armi nucleari alla radice e concepire una sicurezza basata sul rispetto della dignità della vita di tutti. Come Rete Italiana Pace e Disarmo (raggruppamento al quale lo scrivente Coordinamento bresciano ItaliaRipensaci aderisce) sostiene da anni, l’Italia potrebbe iniziare a coinvolgersi in questo percorso, intanto anche solo sostenendo programmi di assistenza e compensazione per le vittime di armi e test nucleari, e per l’ambiente in cui vivono. In tal senso continuerà la pressione sul Governo.