Certificazioni disabilità: criticità a Brescia
L'ordine dei medici denuncia le problematiche che si stanno incontrando nelle presentazioni delle nuove certificazioni di disabilità come stabilite dalla riforma introdotta dal D.L. n.62 del 3 maggio scorso.

“Una grave minaccia sul sistema sanitario nazionale”. Spazza subito il campo Germano Bettoncelli, presidente dell'Ordine dei medici e odontoiatri della provincia di Brescia nella conferenza stampa indetta per spiegare le problematiche incontrate nelle presentazioni delle nuove certificazioni di disabilità come stabilite dalla riforma introdotta dal D.L. n.62 del 3 maggio scorso.
La sperimentazione, partita il 1° gennaio a Brescia insieme ad altre otto province, si scontra con gravi criticità di tipo informatico che rendono difficoltoso e talora impossibile il rilascio dell'indispensabile “certificato medico introduttivo”, con pesanti ricadute in primis sui cittadini con disabilità, proprio coloro che sarebbero bisognosi della massima tutela. “Non siamo contrari alla riforma che è comprensibile nelle sue finalità, orientata alla semplificazione, ma denunciamo il gravissimo disagio in cui sono incorsi i medici nell'ottemperare a un'attività di fondamentale interesse per i propri assistiti”.
Per Brescia si parla di circa 27mila pratiche da elaborare in un anno. “Appare ben chiara - afferma il segretario, Bruno Platto – la mole di lavoro in carico soprattutto ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, già oberati in questo periodo dal picco influenzale. In più mancano le commissioni che dovranno stabilire l'idoneità dei requisiti”.
Tutto ciò si traduce nel fatto che adulti e bambini con gravi compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali, che presentano necessità di sostegno intensivo, talora urgente, rischiano di non vedere riconosciuto il proprio diritto all’assistenza e all’integrazione sociale, a causa degli ostacoli nel documentare la propria condizione di disabilità. Le problematiche nell’interazione con la piattaforma telematica, inoltre, hanno determinato un significativo aumento del tempo necessario al rilascio della certificazione e ridotto il tempo clinico a disposizione del medico per la cura dei propri pazienti.
Per trovare una soluzione l'Ordine bresciano si è fatto portavoce con la Federazione nazionale chiedendo di rappresentare le criticità della sperimentazione nelle sedi governative e ministeriali competenti, con l’obiettivo di arrivare celermente alla risoluzione di tali problematiche. “Nell’immediato – conclude il presidente Bettoncelli - chiediamo l’introduzione per un congruo periodo di almeno sei mesi di un doppio canale per l’inserimento dei dati della certificazione, affiancando temporaneamente al nuovo applicativo sperimentale la possibilità di produrre il certificato attraverso la procedura tradizionale”.
