"Ventunogrammi", dove il diritto al lavoro diventa realtà
Sabato 27 febbraio, in viale Italia a Brescia l'inaugurazione di un locale che fornisce occasione occupazionali a giovani con sindrome di Down.
Realtà. Il 27 febbraio viene ufficialmente inaugurato a Brescia “Ventunogrammi”, il locale della cooperativa Big Bang che ha saputo trasformare in realtà un sogno a lungo cullato dal Centro bresciano down: creare opportunità di lavoro per dare ruolo e rilevanza sociale a persone spesso tenute ai margini. L’apertura del locale, dagli evidenti risvolti sociali, ha anche il merito di mettere al centro dell’attenzione il tema del lavoro da garantire come diritto a persone che senza leggi apposite, senza l’intraprendenza privata, rischiano di “restare al palo”, condannate da una società che spesso considera l’efficienza la priorità assoluta e quel cromosoma in più (il 21° appunto) come un grave ostacolo al suo perseguimento.
Collaborazione. “Ventunogrammi – afferma Simona Grasso, presidente della cooperativa Big Bang – è un progetto che nasce all’interno del Centro bresciano Down e che poggia sulla collaborazione tra famiglie, terapisti, psicologi e neuropsichiatria che, insieme, hanno messo a tema la necessità di pensare a strutture e attività prima sociali di autonomia e poi di inserimento lavorativo per giovani con sindrome Down”. Sei, ma diventeranno otto nel giro di qualche mese in giovani coinvolti nel progetto che vuole essere una sorta di “trampolino di lancio” perché col tempo questi possano trovare un inserimento lavorativo adeguato.
Precedenti. Perché la scelta di creare queste opportunità nel campo della ristorazione? (Ventunogrammi è infatti un’attività che affianca l’aspetto della produzione di prodotti da forno quella di bar/caffè, panetteria, ristorante per colazioni e brunch questa esperienza nel campo della ristorazione). “La vera ragione è che il campo della ristorazione – risponde ancora la presidente della cooperativa – è quello che offre una gamma di tipologie, di ruoli e di competenze in grado di rispondere alle attitudini dei ragazzi. C’è poi da dire che siamo stati impressionati dai riscontri mediatici che esperienze simili hanno avuto (il grande successo della trasmissione Rai “Hotel a sei stelle”, ndr)”. C’è nelle parole di Simona Grasso una sorta di gratitudine per una televisione che finalmente è riuscita a raccontare il mondo della sindrome di Down per quello che è, senza “derive” pietistiche. “Alcune trasmissione – conferma – hanno contribuito a rinnovare una mentalità, un atteggiamento culturale nei confronti di questo mondo. Credo che sia stata una scoperta contagiosa, un’attenzione dietro a cui si nasconde un reale intento sociale e non solo una questione di ascolti”.
Accoglienza. Non sempre i giovani con sindrome Down trovano imprenditori attenti e accoglienti come quelli delle trasmissioni televisive... “Certo – è la risposta di Simona Grasso –, non posso negare che qualche caso di felice inserimento possiamo documentarlo, ma sono ancora episodi isolati. Il mondo dell’imprenditoria, che pure è stato molto generoso e attento verso la nostra iniziativa, fa ancora un po’ di fatica quando si tratta di affrontare il tema dell’inserimento lavorativo”.
Occasione. Ventunogrammi, occasione data ai suoi protagonisti per entrare nella vita e nella società, fa dimenticare (almeno per un momento) a Simona Grasso e a tanti altri genitori di figli con sindrome Down la fatica che una famiglia deve fare per “conquistare” quelli che dovrebbero essere diritti garantiti, soprattutto ai più deboli. “Speriamo – conclude la presidente – che la nostra esperienza possa avere un effetto contagio”. Nel frattempo hanno annunciato una visita a Brescia i responsabili del Coordown lombardo, il coordinamento delle persone con sindrome di Down.
M. VENTURELLI
25 feb 2016 00:00