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Brescia
di R.GUATTA CALDINI 02 lug 2015 00:00

Una dimora per la ripresa...

La Cooperativa Scalabrini Bonomelli ha dato vita a un progetto di housing sociale temporaneo che prevede la riqualificazione di 6 appartamenti siti in provincia

L’integrazione passa dalla casa, da una dimora a cui fare riferimento nei momenti di maggiore difficoltà. Da questo assunto la Cooperativa Scalabrini Bonomelli, in continuità con la tradizione di accoglienza che da sempre la contraddistingue, ha ideato il progetto di housing sociale, rivolto ai migranti in stato di marginalità, “Una dimora per la ripresa”. L’iniziativa intende costituire un servizio temporaneo (massimo 20 mensilità, con un canone simbolico) per rispondere all’emergenza abitativa. Per questo ha deciso di adeguare e sottoporre a ristrutturazione 6 unità abitative di sua proprietà, per un totale di 25 posti letto, distribuite nei Comuni di Ghedi, Sarezzo, Nuvolera e Pontoglio, che ospiteranno i soggetti più esposti all’emarginazione, al rischio ghettizzazione.

“Le persone che hanno voglia di uscire dalla marginalità sono molte” ha affermato Davide Bonera, operatore della Cooperativa. L’obiettivo del progetto è il pieno reinserimento nel contesto sociale di queste persone: “Se saremo una parentesi nelle loro vite – ha affermato il presidente Fabrizio Spassini – potremo dire di aver raggiunto l’obiettivo”. L’iniziativa ha infatti un alto valore educativo. Attraverso dei progetti di accompagnamento socio educativi gli “ospiti” saranno aiutati a raggiungere la stabilità economica necessaria per poter lasciare gli appartamenti forniti, così da far posto a chi ne ha maggiore bisogno. L’accesso alle dimore avverrà attraverso il contatto con la cooperativa o grazie alla mediazione di Enti pubblici e del privato sociale. Se da un lato il progetto “Una dimora per la ripresa” risponde all’emergenza abitativa, dall’altro permette di rimettere sul mercato immobili che altrimenti non sarebbero più utilizzabili, contribuendo inoltre a far lavorare le aziende artigiane coinvolte nelle attività di adeguamento. Accoglienza, integrazione e cultura del dono in questa iniziativa trovano una dimensione concreta. Oltre al contributo iniziale della Fondazione Cariplo, nella realizzazione del progetto è intervenuto anche il Centro Migranti guidato da padre Mario Toffari con una donazione di 42mila euro. Elargizione che è passata attraverso Banca Prossima, che si occupa esclusivamente del mondo non profit.

Chi volesse aiutare la Cooperativa può recarsi sul portale www.terzovalore.it e scegliere fra le due modalità di sostegno previste. In tal modo si raggiungerà la quota stabilita in 110mila euro, necessari al completamento del progetto la cui spesa totale ammonta a circa 220mila euro, comprensiva dell’esborso per le ristrutturazioni e per il primo anno di gestione. Gli aiuti possono avvenire attraverso la forma della donazione o del prestito. Banca Prossima eroga infatti parte del finanziamento, pari almeno al 33% dell’importo pubblicato, mentre la restante quota è raccolta attraverso le donazioni o i prestiti da parte di persone fisiche e giuridiche.

“Una dimora per la ripresa” non è solo un progetto di housing sociale temporaneo, è anche un’occasione di arricchimento, per il territorio, come per chi deciderà di sostenere l’iniziativa. Del resto, come ha sottolineato il presidente Spassini, citando il vescovo Monari, “tutti siamo persone che hanno ricevuto un dono e diventare donatori è segno di un arricchimento di se stessi”.
R.GUATTA CALDINI 02 lug 2015 00:00