Un Cristo senza braccia per il medico
Il medico di famiglia Pietro Severo Micheli va in pensione e riceve in dono un Cristo senza braccia
Che cosa si regala ad un medico che in questo periodo di pandemia ha salvato diverse vite, mettendo a repentaglio la propria per salvare quella degli altri? Alla domanda una paziente del medico di famiglia Pietro Severo Micheli ha risposto con un dono particolare. Niente di alimentare, niente bonus vacanze, qualcosa di diverso. Dal grande significato. Una piccola scultura, un cimelio di famiglia, un povero Cristo senza braccia. Simbolo di un doppio martirio. Del dottor Micheli di Orzinuovi, del medico di famiglia che ha continuato a visitare i pazienti a casa anche in tempo di Covid, hanno parlato e scritto in tanti. Girava il paese bardato, con la tuta bianca di protezione, guanti, occhiali, visiera e soprascarpe, per andare a visitare a domicilio i suoi pazienti. Micheli fa il medico di famiglia da 40 anni a Orzinuovi, una città massacrata dal virus, e per la quale il parroco ha chiesto di recente al Papa una benedizione particolare. “Non sono un eroe, faccio semplicemente il mio lavoro” ha dichiarato il dottore. “Sappiamo che il nostro lavoro comporta dei rischi, è normale. Sarebbe come se un carabiniere si rifiutasse di scendere in strada”. In molti gli hanno espresso riconoscenza. Ma il regalo che l’ha più colpito è quello giunto ultimamente. La particolarità è che si tratta di una scultura proveniente dalla Russia. Un ricordo custodito per anni in casa. Nascosto ai tempi dell’Urss, quando era vietato esibire qualsiasi segno religioso. Ora questo simbolo di fede, di martirio e di sofferenza, è stato donato a chi ha lottato per dare speranza ad una città martirizzata. È come se fosse stato donato a tutta la città.