Un cero, un fiore e il nome dei defunti
Un cero, un fiore e il nome di ciascuno dei 150 defunti che da inizio anno a oggi (compresi quelli fuori paese) sono deceduti. Così la comunità di Manerbio ha ricordato domenica i suoi defunti
Un cero, un fiore e il nome di ciascuno dei 150 defunti che da inizio anno a oggi (compresi quelli fuori paese) sono deceduti. Così la comunità ha ricordato domenica i suoi defunti. Un momento intenso e commovente, carico di dolore ma di speranza al tempo stesso, con cui la parrocchia ha voluto fare memoria di coloro che sono deceduti, sia per aver contratto il Coronavirus che per altre ragioni. Ogni nome del defunto è stato scandito durante le Messe; e a fianco del nome, posizionato sul banco, ardeva un lumino e brillava un fiore insieme al centrino dell’albero della vita, realizzato nel tempo di Natale dalle mani generose delle donne.
Durante la celebrazione sono state benedette anche le lapidi che ricordano i nomi di cinque sacerdoti recentemente scomparsi, che hanno prestato servizio pastorale nella comunità. Essi sono don Graziano Montani, don Pierino Zoni, don Angelo Marini, don Tino Bergamaschi e don Firmo Gandossi. Le steli saranno posizionate al cimitero, dove sono ricordati anche gli altri sacerdoti.
Come sottolinea il parroco don Alessandro Tuccinardi, "i nostri cari sono venuti alla luce in terra e ora sono rinati alla Luce in Cielo. Il filo della loro storia in terra si è intrecciato con le nostre storie, ma il fiore del loro amore costruito in terra, resta sbocciato per sempre in Cielo. Anche noi siamo venuti alla luce in terra e rinasceremo alla Luce in Cielo; il filo della nostra storia in terra si intreccia con le storie di molte sorelle e fratelli".