Un "bimbo poliziotto" scrive al Vescovo in occasione della visita alla Questura
Il vescovo Luciano Monari si è recato in visita alla Questura di Brescia. Nell'occasione ha incontrato un "bimbo poliziottto"
Monari ha parlato a lungo ai poliziotti presenti in via Botticelli.
Ha ricordato il senso della frase “sub lege libertas”, presente sullo stemma araldico della Polizia di Stato: tra “il forte ed il debole” solo l’applicazione della legge ristabilisce equità e vera democrazia.
Il Vescovo ha inoltre indicato il criterio per discernere la giustezza dei comportamenti umani: laddove siano dettati dall’amore anche quelli che prima facie possono sembrare più duri rispondono alla logica del Bene riportando l’esempio di un padre che corregge il figlio.
Il Questore, prendendo spunto dalla lettera letta dal “bambino poliziotto”, ha affidato alle preghiere del Vescovo i poliziotti che "insieme, come una famiglia, affrontano quotidianamente le responsabilità del proprio incarico".
Ecco la lettera del bambino:
Caro Luciano,
Spero che non ti dispiaccia se ti chiamo così.
Hai il viso così buono e semplice e non mi metti soggezione come solitamente avviene con le persone importanti…
So che sei una persona che conta… ma noi bambini amiamo un linguaggio fatto di parole semplici, senza termini ricercati e difficili e ci rivolgiamo ai grandi direttamente e con semplicità.
Mi chiamo Marco e ho 13 anni. Sono un piccolo poliziotto, proprio come il mio papà…
Ho recuperato, non senza qualche rimprovero, i pantaloni e la giacca di una vecchia divisa di papà Nicola ed è bastato qualche piccolo ritocco della mamma per vivere anch’io una straordinaria magia: l’emozione di un piccolo poliziotto, felice di indossare la stessa divisa scintillante che ho visto calzare per anni al mio eroe di sempre: il mio poliziotto – papà…
Le stoffe sono un po’ consunte e sdrucite…. “ sarà forse per il lungo periodo di tempo trascorso e per tutti i servizi faticosi che per tanti anni ho visto fare al mio poliziotto preferito?”
Ho voluto compiere questo gesto, carissimo Luciano, per mostrarti quanto mi sia caro il mestiere del mio papà e quanto mi siano cari tutti i poliziotti.
Io sono cresciuto sin da piccolo tra i poliziotti e anche adesso vivo costantemente tra di loro… ti assicuro, sono persone meravigliose che mi hanno spesso sottratto papà dagli appuntamenti più cari in famiglia…
Ora, però, ho capito meglio perché papà non sa rinunciare a questa famiglia allargata: ti è sempre vicina, non ti abbandona mai e, con la sua costante presenza, ti scalda il cuore.
Ecco perché, caro Luciano, desidero ringraziare il signore di cuore per consentirti di essere qui tra tutti gli uomini e le donne della polizia di stato che meritano tanto…
Ti prego, puoi pregare Gesù, che è stato bambino anche lui, di guardare alla vita di tutti i poliziotti? Di salvarli dai pericoli e dalle insidie del loro mestiere? Di aiutare le loro famiglie a superare i momenti di difficoltà per le assenze del capo famiglia?
Qualche volta ho incontrato lo sguardo affaticato del mio papà al ritorno da una giornata di duro lavoro. Anche se stanco aveva sempre una parola buona ed un sorriso per me ed i miei fratelli, sempre pronto a perdonare anche qualche nostra marachella.
Spero che anche tu riesca a perdonarmi per qualche disobbedienza. Tu che puoi e lo conosci bene mi fai una raccomandazione a Gesù Bambino? Io – in cambio – ti prometto che cercherò di essere più buono… Un abbraccio – davvero grande – da tutti i bimbi poliziotto – di questa città.
REDAZIONE ONLINE
25 apr 2015 00:00