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Nave
di R. GUATTA CALDINI 11 mag 2015 00:00

Stefana. Il sindaco Bertoli: "Proposte di acquisizione poco convincenti"

Mentre la famiglia Ghidini avanzava una proposta di acquisizione, nei giorni scorsi la Cisl ha lamentato la scelta della Fiom di non chiedere immediatamente l'apertura di un tavolo istituzionale

E’ ancora incerto il futuro dei lavoratori della Stefana, la storica azienda siderurgica, che ha stabilimenti a Nave, Montirone e Ospitaletto. La produzione è ferma dallo scorso dicembre, da quando una grave crisi di gestione aziendale ha portato alla presentazione, in Tribunale, da parte dei vertici della società, della richiesta di ammissione al concordato preventivo. “Speriamo in una risoluzione breve della crisi – ha affermato il sindaco di Nave Tiziano Bertoli – è l’unica azienda siderurgica rimasta sul territorio delle 8 che c’erano, ha una valenza importante per l’economia locale”.

Ad oggi qual è la situazione?

E’ una fase complessa. La famiglia Ghidini, che è socia del 51% della Stefana, si è offerta di rilevare due stabilimenti, uno di Nave, ex profilati, e l’acciaieria di Ospitaletto, ma i tempi sono lunghi e soprattutto non rientrerebbero nel piano molti lavoratori: attualmente sono 628, questo piano ne prevede l’assorbimento di 339. Anche se la cosa dovesse andare in porto, si parla di fine gennaio 2016, sembra che la proposta sia debole sia da un punto di vista occupazionale che industriale.

Stando a un recente comunicato della Cisl, la scelta sostenuta dalla Fiom, che è sindacato il maggioritario in azienda, di non coinvolgere da subito le istituzioni, in particolare il Ministero dello Sviluppo, "è stata clamorosamente sbagliata". Dal suo punto di vista cosa si sente di dire?

Tutti i rapporti devono essere espletati. Anche noi come sindaci, come istituzioni, ci eravamo mossi subito sin da gennaio. Se tieni i rapporti subito sei più agevolato. La Fiom voleva attendere il pronunciamento del giudice… Secondo me, però, si potevano comunque intrattenere rapporti nel corso di questi mesi. L’interlocuzione formale c’è stata sicuramente, ma un tavolo vero e proprio non è mai stato aperto in nessun posto, né in Provincia né in Regione né al Ministero. La situazione della Stefana ha bisogno anche di una visione un po’ più alta, più complessiva, soprattutto in questa fase, per il numero di dipendenti, ma anche per il gruppo industriale in sé.
R. GUATTA CALDINI 11 mag 2015 00:00