Richiedenti asilo. Orlando: "Chiediamo l'accoglienza diffusa"
Il segretario provinciale del Pd Michele Orlando ha guidato la protesta di diversi sindaci del territorio
L’indice di Orlando è puntato verso i sindaci di Bagnolo e Ghedi, rispettivamente, Cristina Almici e Lorenzo Borzi, che nei giorni scorsi hanno tappezzato i Comuni da loro amministrati con manifesti nei quali si esprimeva la propria contrarietà all’accoglienza dei richiedenti asilo. “L’amministrazione comunale di Bagnolo Mella, come ufficialmente espresso al Prefetto, è contraria all’accoglienza dei richiedenti asilo presso la nostra comunità”, si legge sui muri della città: il messaggio è rivolto anche a “privati o società che decidessero di incassare il contributo offerto dalla Prefettura di 35 euro al giorno, perché – scrive il primo cittadino di Bagnolo – a fronte di un guadagno di pochi avremmo un aggravio di natura sociale su tutta la nostra comunità”.
A chiedere al Prefetto “il pugno duro” nei confronti dei sindaci “sceriffo”, insieme ad Orlando, sono scesi in campo : Gabriele Zanni, sindaco di Palazzolo (presidente ACB), Patrizia Avanzini, sindaco di Padenghe, Andrea Ratti, sindaco di Orzinuovi, Samuele Alghisi, sindaco di Manerbio accompagnato dal vicesindaco Nerina Carlotti, Pietro Bisinella, presidente consiglio comunale di Leno, Antonio Trebeschi, sindaco di Collebeato, Tiziano Bertoli, sindaco di Nave, Cristina Tedaldi, sindaco di Leno, Mariacristina Andreis, assessore di Tignale, con i sindaci di Cortefranca, Poncarale e Castenedolo. Senza dimenticare Massimo Reboldi, presidente del consiglio di Ospitaletto ed Elio Marniga, sindaco di Borgosatollo. “Qui c’è un problema – ha commentato Orlando -. Il modo migliore per risolverlo è l’accoglienza diffusa perché evita tensioni, preoccupazioni, perché poche persone su pochi territori sono più facili da controllare e inserire socialmente e lavorativamente”. Le esperienze positive in tal senso non mancano, basti pensare al Comune di Nave, che ha aderito al progetto Sprar, o il caso di Tignale, dove, a fronte dei lavori manutentivi espletati dagli ospiti, “è stato creato un piccolo fondo” che permetterà loro, una volta lasciato il Comune, di avere qualcosa in tasca.
In ambedue i casi l’accoglienza ha avuto esiti positivi grazie al ristretto numero degli ospiti, 4/5 persone per Comune. E’ questo il modello perseguito dagli amministratori del Pd, ma per raggiungere tale obiettivo è necessario che “il Governo, attraverso le prefetture, concordi - in modo preciso e dove non c’è l’accordo imponga – l’accoglienza per un numero minimo di profughi” ha commentato Orlando. “Bisogna che ognuno – ha chiosato – affronti un problema che tocca a tutti affrontare”.
REDAZIONE ONLINE
31 lug 2015 00:00