Quella devozione nel cuore
Il santuario di Comella è meta di un continuo flusso di pellegrini: la chiesa è aperta tutti i giorni, dalle 7 alle 19, e la Messa delle 16 è partecipata. In particolare, a ottobre l’invito del santuario è di partecipare a due iniziative dedicate alla bellezza e alla condivisione del dolore
In aperta campagna, in territorio di Seniga, tra Alfianello e Milzano, ha ripreso a nuova vita il santuario mariano di Santa Maria Annunciata di Comella, retto dal parroco, don Alessandro Lovati. Si tratta di una basilica romanica del secolo XII fondata dai benedettini dell’abbazia di Leno. I suoi muri sono impregnati da secoli di preghiera.
Le celebrazioni. Dall’arrivo del nuovo parroco a settembre del 2020 la vita di questo luogo di pace e spiritualità ha ripreso vigore ed è meta di un continuo flusso di pellegrini: la chiesa è aperta tutti i giorni, dalle 7 fino alle 19, e la Messa quotidiana delle 16 è sempre molto partecipata. Così come quella alle 9.30 della domenica mattina.Ad agosto il santuario ha ospitato le reliquie di San Giovanni Paolo II, che in gioventù più volte si recò presso l’antica pieve a pregare, e di Suor Faustina Kowalska.
Bellezza e dolore. A ottobre l’invito del santuario è di partecipare a due iniziative dedicate alla bellezza e alla condivisione del dolore. E non è una contraddizione. Si inizia domenica 3 ottobre: la messa delle 16, sarà cantata in Gregoriano. Con un maestro davvero di eccezione, Giacomo Baroffio, liturgista, cantore e direttore di fama mondiale di cori gregoriani e ambrosiani. ‘Il canto gregoriano – sottolinea don Alessandro – non è solo canto, è preghiera. È una ricchezza infinita che deve essere valorizzata, è bellezza secolare”. La Messa in gregoriano verrà poi ripetuta anche domenica 10 ottobre alle 16. Sabato 9 e domenica 10 ottobre si celebreranno due dense giornate di affidamento. Sarà presente in Santuario una copia della Madonna di Loreto. E le messe del sabato e della domenica saranno dedicate alla malattia e alla sofferenza. “Sono stanco di soffrire Signore. Testimonianza di speranza nel dolore e nella malattia”, è il tema della due giorni. Vi saranno alcuni malati che porteranno la loro preziosa testimonianza.
I pellegrini. “Qui al santuario – spiega don Alessandro – viene molta gente che sta vivendo momenti di dolore, fisico e spirituale. La sofferenza entra prepotente nelle nostre vite senza bussare, e sconvolge le nostre esistenze. Non solo quelle dei malati. La Madonna di Loreto sarà una luce a cui affidarsi in un momento di buio”. È importante che la gente capisca che Dio condivide il nostro dolore. Mi sono reso conto di questo proprio leggendo il libro che c’è in fondo alla chiesa, dove tutti possono scrivere i propri pensieri”.