Quei bambini del Rwanda
Il 14 aprile del 1994, dopo giorni e notti intensi di preghiere, giungevano a Castenedolo i primi 21 orfani provenienti dall’orfanotrofio di Rilima
Il 14 aprile 1994, dopo giorni e notti intensi di preghiere e apprensioni, giungevano a Castenedolo i primi 21 orfani provenienti dall’orfanotrofio di Rilima in Rwanda, eretto nel 1988, su richiesta del vescovo di Kigali, dall’associazione Museke - che in lingua Kirundi significa sorriso, aurora- fondata nel 1969 da Enrica Lombardi e dal fratello don Roberto. Siamo nell’aprile del 1994 e nell’orfanotrofio, diretto dalla concesiana Cesarina Alghisi, risiedono 41 bambini orfani e 33 disabili ortopedici, da poco operati nell’ospedale adiacente, insieme al personale, infermieri ed assistenti sociali, italiano e locale.
In Rwanda è in atto una sanguinosa guerra civile: in 100 giorni, dal 6 aprile a metà luglio, verranno massacrati più di un milione di persone, soprattutto con machete panga e bastoni chiodati. Il 6 aprile del 1994 l’aereo sul quale viaggiavano il presidente rwandese Habyarimana e il presidente burundese Ntaryamira (entrambi hutu moderati), di ritorno dai colloqui di pace, venne abbattuto da due missili. Tutti e 12 gli occupanti morirono e da subito iniziò la carneficina. Il 12 aprile tutti gli occidentali dovettero lasciare il paese e nel centro di Rilima, che oltre all’orfanotrofio aveva anche un ospedale ortopedico, rimasero, in balia dei rivoltosi, i 74 bambini e una trentina di assistenti locali. Enrica e don Roberto già da alcuni giorni s’erano dati da fare per porre in salvo la loro gente che da un momento all’altro poteva venir travolta dalla furia degli eventi. La diplomazia italiana intervenne e la sera del 13 aprile un convoglio con truppe italo-belghe, percorrendo strade lastricate da cadaveri, raggiunse l’aeroporto di Kigari; i bambini vennero timbrati sul braccio che già portava un braccialetto di riconoscimento – poiché non avevano il passaporto – e partirono in fretta, stipati nella pancia dell’aereo, mentre delle pallottole colpivano la carlinga. Dopo lo scalo a Nairobi i primi 21 orfani giunsero a Ciampino e su di un aereo di linea (17 bambini in braccio ai passeggeri e 4 sulle ginocchia degli accompagnatori) atterrarono a Verona da dove proseguirono per Castenedolo, dove arrivarono il 14 aprile. Il giorno dopo giunsero, ma questa volta all’aeroporto di Ghedi, con un volo dell’aeronautica militare, gli altri 20 orfani, mentre i disabili raggiunsero Bruxelles.
A Castenedolo i 41 orfani sono rimasti per più di un anno ospitati nell’ex asilo Riccardo Pisa; 17 sono rimasti a Castenedolo e gli altri sono stati adottati da famiglie bresciane. Il 28 maggio del 1994 hanno ricevuto la visita del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Don Roberto Lombardi ha adottato uno di quei bambini, Cesare, che tutt’ora vive con lui e che nel luglio scorso si è laureato in Giurisprudenza a Milano. Ecco la sua testimonianza: “Nel febbraio del 1995 sono ritornato in Rwanda per trovare insieme alle autorità una soluzione per gli orfani, ma non si fece niente e si attese che la situazione politica si chiarisse. Solo nel febbraio del 2000 tutto finì al meglio con le adozioni di fatto di tutti i 41 bambini. Domenica 26 maggio a Castenedolo, nel pomeriggio, ci si ritroverà per vedere il recente film ‘Rwanda’ e per ascoltare alcune testimonianze”. Enrica Lombardi nel 2015, ben concluso il suo compito terreno, è entrata nel Regno dei Cieli e Gesù nell’ accoglierla le avrà sicuramente detto: “Vieni benedetta dal Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te sin dall’origine del mondo. Perché ho avuto fame e mi hai dato da mangiare…ero forestiero e mi hai accolto… tutto quello che hai fatto ai miei fratelli più piccoli, l’hai fatto a me”.