Quarantena: emozioni in opere d'arte
Le emozioni del lockdown sono diventate opere d’arte. Grazie agli studenti dell’Istituto comprensivo Cossali di Orzinuovi
Le emozioni del lockdown sono diventate opere d’arte. Grazie agli studenti dell’Istituto comprensivo Cossali che hanno aderito al progetto “Art call! Io resto a casa, la mia fantasia no!” promosso da Fondazione Scuola che ha chiesto ai ragazzi delle scuole della Lombardia di dare il proprio contributo creativo nel raccontare la quarantena attraverso un’opera d’arte visiva. Andava bene tutto: un disegno, una fotografia, un video, un collage, un’opera grafica, una scultura o installazione per descrivere la situazione vissuta: il rimanere a casa, le lezioni a distanza, ma anche i giochi e le storie. “Il risultato è stato sorprendente – ha spiegato soddisfatta Emanuela Galli, insegnante di storia dell’arte – . Ne sono nate opere interessanti. Di forte impatto visivo, in grado di trasmettere emozioni e sensazioni. Vi è chi ha rivisitato L’urlo di Munch con una potente scultura intitolata ‘L’urlo del Covid’. Chi ha sintetizzato con righe e punti il caos e la sua paradossale coerenza”. chi ha immaginato la speranza, chi la liberazione, chi ha invocato la pace, chi ha fotografato le nuove relazioni tra telefono e solitudine. E c’è chi ha raccontato il suo senso di prigionia (nella foto, il disegno di Giulia Gavazzoni)...