Prandini: i dati Oms sulla carne rossa? Allarmismo ingiustififcato
Il presidente della Coldiretti bresciana e lombarda commenta i dati diffusi nei giorni scorsi dall'Organizzazione mondiale della sanità. Si tratta di generalizzazioni che rischiano di produrre pesanti conseguenze su un comparto che rappresenta una delle eccellenze italiane
Il tutto in una regione come la Lombardia che per quanti riguarda i suini, ad esempio, vanta quasi la metà del patrimonio zootecnico nazionale e che fornisce la materia prima per i grandi prosciutti Dop come quello di Parma, una delle quaranta specialità di salumi italiani che hanno la denominazione d’origine o l’indicazione geografica. “La nostra tradizione agroalimentare si inserisce nel grande e virtuoso filone della dieta mediterranea basata sulla varietà degli alimenti e sulla corretta gestione delle proteine – spiega ancora Ettore Prandini – Un equilibrio che, per esempio, negli Stati Uniti è più difficile da trovare visto che il consumo di prodotti a base di carne è del 60%o superiore a quello italiano. La ricerca dell’Oms è uno studio a livello mondiale che non prende in considerazione le specificità dei singoli Paesi”.
A favore dell’Italia – conclude Prandini - giocano ovviamente le abitudini di consumo, la qualità dei foraggi utilizzati per l’alimentazione animale, i rigidi disciplinari di produzione, il divieto dell’utilizzo di ormoni e le modalità di preparazione e cottura della carne e il suo abbinamento con verdure e legumi.
REDAZIONE ONLINE
29 ott 2015 00:00