di REDAZIONE ONLINE
08 gen 2015 00:00
Parigi: le reazioni bresciane alla strage
I social network presi d'assalto per testimoniare lo sdegno per l'inaudito gesto di violenza, per l'attacco alla libertà di stampe e per esprimere solidarietà alle vittime. Tra le prime prese di posizione quelle della Lega, con Rolfi e Rinaldi e di Forza Italia, con le dichiarazioni di Mariastella Gelmini. La parole del Questore e del presidente della moschea di Brescia
I social network sono stati presi d’assalto, con personaggi noti e meno noti della politica locale che hanno cambiato l’immagine del loro profilo, adottando quel “Je suis Charlie” che è diventato il segno della condanna del drammatico attentato parigino.
In queste ore cominciano ad arrivare le prese di posizione delle diverse forze politiche. Tra i primi a reagire, già a poche ore dalla strage, i leghisti Fabio Rolfi, vice capogruppo in Regione, e il segretario cittadino Matteo Rinaldi che hanno affidato la loro posizione a comunicato stampa.
“Quanto è accaduto in Francia – hanno affermato gli esponenti leghisti – rappresenta un atto di una gravità e una ferocia inaudita, che punta a intimidire tutti coloro che non si sono piegati di fronte all’arroganza e alle pretese del fondamentalismo islamico. Davanti a fatti del genere non si può tacere o abbassare la testa ma è imperativo reagire con il coraggio di chi non è intenzionato a smerciare la propria libertà d’espressione e parola per assecondare l’oscurantismo di coloro che credono di poter venire a casa nostra a dettare legge.” Per questo hanno annunciato l’intenzione di dare vita nel pomeriggio di sabato 10 gennaio per le vie del centro storico di Brescia a un volantinaggio delle pagine di Charlie Hebdo con le vignette incriminate.
Altra presa di posizione bresciana è quella di Mariastella Gelmini, coordinatrice di Forza Italia per la Lombardia che ha affermato come i drammatici fatti parigini dimostrano che l’Occidente è sotto attacco. Considerazioni che hanno portato la parlamentare bresciana a chiedere al Comune di Milano di fermare il bando per la costruzione di nuove moschee nel capoluogo lombardo perché non opportuno in questa fase.
“Non si tratta – ha spiegato le ragioni della sua richiesta – di essere intolleranti; si tratta solo di essere prudenti nell’interesse dei cittadini”. L’attentato parigino ci ferisce profondamente, ci fanno inorridire la violenza e la crudeltà dei terroristi, ci indigna l’attacco alla libertà di espressione, pilastro della democrazia. L’Islam moderato si faccia sentire e prenda le distanze dalla violenza e dal fanatismo. Ora servono senso di responsabilità e concretezza. E quantomeno una pausa di riflessione”.
Sulla stampa locale ha preso la parola anche il questore di Brescia Carmine Esposito che, pur condannando la gravità di quanto accaduto a Parigi, ha sottolineato come in città e in provincia, nonostante l’apprensione delle ultime, non esistono concrete minacce. I buoni rapporti che esistono tra le istituzioni pubbliche e i rappresentanti delle diverse religioni presenti sul territorio, frutto anche di incontri periodici, stanno facendo del Bresciano, terra in cui alla tolleranza sono andate sostituendosi la solidarietà, l’integrazione e la tolleranza, un esempio a livello nazionale.
Tutto questo, però, per il Questore non si traduce in una riduzione del livello di attenzione delle forze dell’ordine.
Una condanna dell’attentato parigino è giunta anche dal presidente della moschea di Brescia Hassan Fakharani che ai quotidiani locali ha affermato come la comunità islamica bresciana prenda le distanze da ogni tipo di violenza. “Non accettiamo questi fatti – le sue parole – perché l’Islam non accetta di uccidere. Il terrorismo fa male alla comunità”.
REDAZIONE ONLINE
08 gen 2015 00:00