Operazione Laguna: sgominata la banda del Sebino e sequestrati otto milioni di euro
La Guardia di Finanza ha fermato la gang che dominava illecitamente gli appalti pubblici di buona parte della bassa Valle e del Lago D'Iseo. Coinvolti nell'indagine due fratelli albanesi, ora sotto arresto, ed altre sette persone, tra cui anche amministratori ed ex amministratori locali
Più di 100 Finanzieri del Comando provinciale di Brescia hanno portato a termine una trentina di perquisizioni locali - nelle province di Brescia, Bergamo, Milano, Vercelli e La Spezia – che hanno di fatto sgominato la gang italo-albanese che dominava gli appalti pubblici della zona della bassa Valle e del Lago d’Iseo. I due fratelli in particolare sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, reati contro la Pubblica amministrazione.
L’operazione, denominata Laguna perché interessa la zona del lago d’Iseo, ha portato all’arresto di Gezim e e Saimir, mentre il loro cugino, Laurend Sallaku, è ai domiciliari, e altre sette persone hanno l’obbligo di presentarsi all’autorità giudiziaria.
Tra gli indagati, trenta in tutto, ci sarebbero anche amministratori e ex amministratori locali, da Piancamuno a Pisogne fino a Sale Marasino, nonché direttori e funzionari di banca che hanno favorito prelievi e operazioni illecite. I militari hanno eseguito il sequestro preventivo di beni per circa otto milioni in esecuzione del provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Brescia. Sequestrate, nel dettaglio, le quote di 10 società, di 92 immobili, di 32 auto, di un motoscafo e di gioielli, orologi e denaro.
Ai due albanesi sono riconducibili il ristorante Laguna di Iseo, Villa Kinzica di Sale Marasino, il ristorante Ruota Blu di Piancamuno, ma anche le quote di maggioranza dal Darfo Calcio. A questo proposito la società calcistica ha diramato un comunicato in cui si auspica che venga fatta luce su eventuali reati commessi la società ha voluto sottolineare che i fatti contestati non riguardano l’U.S. Darfo Boario e precisare che l’attività calcistica prosegue regolarmente. Già fissato un incontro tra il vice presidente Venturi, il ds Frassi e il dg Quetti per analizzare la situazione della società, mentre le quote societarie sequestrate a Sallaku sono già state affidate a un custode giudiziario.
LINDA BRESSANELLI
17 lug 2015 00:00