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Brescia
di REDAZIONE ONLINE 18 ago 2015 00:00

Omicidio "Da Frank": c'è la confessione. Il figlio: "Voglio giustizia, non vendetta"

I due fermati nelle scorse ore a Casazza hanno confessato la paternità del duplice omicidio. Sui social il figlio delle vittime cerca di abbassare i toni

I due uomini fermati a Casazza nel Bergamasco hanno confessato, assumendosi la paternità dell'omicidio dei coniugi Seramondi. I nuovi dettagli dell'arresto sono stati llustrati dal procuratore capo Buonanno, dal procuratore generale Dell'Osso, dal capo della Squadra Mobile Schettino e dal questore Esposito.

Muhammad Adnan, pakistano di 32 anni e titolare del "Dolce e salato" sito a pochi passi dall'esercizio delle vittime, e Sarbjit Singh, indiano di 33 anni, sono stati identificati grazie alle telecamere di videosorveglianza e alle impronte lasciate sul luogo del delitto. A esplodere i quattro colpi con il fucile a canne mozze sarebbe stato il 33enne. Sulle teste dei due pende ora l'accusa di duplice omicidio volontario premeditato e tentato omicidio. Sarebbero stati infatti sempre loro a sparare un mese fa contro un dipendente di "Frank" che se l'era cavata con una ferita al braccio.

In tempi brevissimi si è chiuso il cerchio attorno ai colpevoli - hanno sottolineato gli inquirenti - sebbene rimanga ancora da capire come la semplice concorrenza fra due locali possa aver portato all'omicidio di Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari.

Mentre le indagini continuano con il massimo riserbo, affinché si arrivi a un quadro completo su quanto accaduto, il figlio delle vittime, Marco Seramondi, nel tentativo di abbassare i toni, ha affidato a Facebook un messaggio rivolto ai tanti che in queste ore gli stanno manifestando la loro vicinanza: "Ragazzi. Stiamo calmi. Io non ho alcuna conferma diretta. Comunque sia voglio giustizia e non vendetta".

REDAZIONE ONLINE 18 ago 2015 00:00