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Comezzano-Cizzago
12 apr 2024 09:15

Nel viaggio Fede continua a vivere

Come reagire alla tragica morte di un figlio, vittima di un assurdo incidente stradale? “Cercando un modo per permettere ai suoi sogni e ai suoi progetti di continuare a vivere” afferma Daniele Porrini che, con la moglie Chiara, il 7 gennaio 2023, ha assistito impotenti all’incidente che a Iseo ha strappato alla vita Federico, studente dell’Istituto Gigli di Rovato e grande appassionato di rubgy (che praticava nelle file del Rovato 1976). La via è stata quella di dare vita all’associazione “In viaggio con Fede” per realizzare sogni e ideali che Federico, a dispetto dei suoi 16 anni, viveva intensamente, come ricorda in questa intervista Daniele Porrini che dell’odv, che ha la sua sede a Comezzano Cizzago, è presidente.

Perché la scelta di ricordare Federico con una fondazione già a poche settimane dal tragico evento che aveva posto fine alla sua vita?

Avevamo tanti progetti con Federico che ovviamente si sono interrotti con la sua tragica scomparsa. Tra questi c’era anche il viaggio in Nuova Zelanda, che avrebbe dovuto compiere nel gennaio 2023, e la cui conferma era arrivata solo pochi giorni prima dell’incidente. Avrebbe dovuto trascorrere qualche mese in una scuola locale. Per noi è stato quasi naturale la scelta di non interrompere questi progetti e di aprirli a ragazzi che magari, non avrebbero mai potuto avere questa occasione. Per noi è stato un modo per realizzare quello che era un sogno di Federico. Il viaggio, che poi si ritrova anche nel nome scelto per l’associazione, ha caratterizzato la nostra vita. Avevamo trasmesso a Federico la gioia, la passione per il viaggio.

Nello statuto della vostra organizzazione sono elencate tante attenzioni (sport giovanile, istruzione, disabilità, disagio minorile, formazione scolastica ed extra scolastica, e molto altro ancora). Erano le stesse che, a dispetto della giovane età, coltivava anche Federico?

Sì. Con l’associazione stiamo portando avanti borse di studio nazionali sia nell’ambito del rugby, che era la vera passione di Federico, che in quello scolastico che non vengono attribuite per meriti speciali, se non quello di gesti di altruismo. Abbiamo fatto questa scelta perché all’indomani della sua scomparsa ci sono arrivate tantissime lettere di compagni di classe di Federico e di altri studenti che con lui frequentavano l’istituto Gigli di Rovato, in cui raccontavano questo suo tratto. In molti, con parole sincere, hanno testimoniano questa sua naturale predisposizione ad aiutare gli altri. Ne è emerso un ritratto di Federico che intuivamo soltanto e abbiamo voluto valorizzare facendone il requisito per l’assegnazione delle borse di studio. Per noi è un modo per tenere vivo il ricordo di Federico.

In poco più di un anno l’associazione, come si legge anche sul suo sito, ha realizzato tantissime cose…

Sì. E’ stato possibile fare tanto anche grazie ai numerosissimi amici che hanno creduto in questo progetto e che ci hanno sostenuto. Sia io che mia moglie avevamo già precedenti esperienze di volontariato da cui siamo partiti per dare gambe solide e concrete all’associazione.

La vostra associazione, al di là delle ragioni che ne hanno determinato la creazione, smentisce quelle raffigurazioni che vogliono i giovani e i ragazzi di oggi distratti e poco coraggiosi. In questo primo anno di attività quanti Federico avete incontrato?

Ne stiamo incontrando tanti. Sono convinto che non è vero che i giovani sono passivi e senza coraggio. Ogni giorno incontriamo ragazzi che smentiscono nei fatti questa lettura. Anche i cinque che in queste settimane sono in Nuova Zelanda stanno dando una bellissima testimonianza.

L’associazione sta anche aiutando il mondo della scuola…

Sì, stiamo dando una mano al Gigli (l’istituto di Rovato frequentato da Federico, ndr) con alcuni progetti. In collaborazione con l’Istituto abbiamo lanciato a livello nazionale un bando per una borsa di studio. Sosteniamo, come abbiamo già fatto lo scorso anno, poi il Gigli in un progetto che prevede un’esperienza in Tanzania per alcuni studenti. Federico amava particolarmente i musei, così per ricordarlo l’associazione si è attivata per portare al Muse di Trento, in collaborazione con Fondazione Cogeme che ci sostiene, alcune scuole primarie del territorio.

Pur essendo strettamente legata al territorio la vostra associazione ha anche un respiro nazionale…

Sì, soprattutto con le iniziative legare al rugby che era la vera passione di Federico. In collaborazione con la Federazione nazionale rugby abbiamo realizzato un bando nazionale per premiare un singolo atleta o una squadra che a livello nazionale si siano distinti per gesti altruistici.

Quante sono le persone che sostengono l’associazione?

A fianco dei soci fondatori che sono una quindicina, sta aumentando di giorno in giorno il numero dei sostenitori che intendono essere al nostro fianco nel portare avanti i progetti pensati per ricordare Federico, garantiti anche dal fatto che la pubblicità e la trasparenza dei bilanci provano che tutto ciò che viene raccolto è destinato alla realizzazione dei progetti stessi.

Con la vostra iniziativa pensate di potere essere di aiuto ad altri genitori che, come voi, hanno sperimentato il dolore grande della perdita di un figlio?

Sicuramente quello che abbiamo scelto con l’associazione è un modo per permettere ai sogni e ai progetti di Federico di continuare a vivere. Per noi questa scelta è stata di grande aiuto, anche se non nego che a volte il dolore si fa ancora sentire in modo prepotente. Non so se possa essere di aiuto ad altri genitori che come noi hanno vissuto questa esperienza drammatica.

12 apr 2024 09:15