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Villachiara
di SERGIO ARRIGOTTI 30 ott 2020 09:17

Mozambico: io sto con gli ippopotami

Io sto con gli Ippopotami. È il nome del progetto proposto dall’associazione “Villachiara in Fermento” nata nel 2019 con l’intento di “sostenere diverse realtà locali operanti in ambito sociale e ambientale attraverso l’organizzazione di eventi finalizzati alla solidarietà”. Con uno sguardo universale sui bisogni del mondo.

La storia. Lo scorso anno Nicola De Domenico, membro dell’associazione, ha trascorso a Mocodoene, in Mozambico, un periodo di volontariato di un anno e mezzo. Ha toccato con mano la realtà della comunità locale e ha aiutato la popolazione nelle piccole imprese di ogni giorno. È nata così l’idea di sostenere quegli amici lontani.

Il contesto. Il territorio di Mocodoene conta circa 45mila abitanti, sparsi in piccoli villaggi dediti all’agricoltura, su terreni arsi e poco fertili. È una delle aree più povere del mondo. Il 20% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione grave, un ulteriore 43% di malnutrizione cronica moderata. Il 10% della popolazione è malata di Hiv. L’indice di alfabetizzazione è estremamente basso: il 44% della popolazione non è in grado di leggere e scrivere. La decisione di intervenire proprio a Mocodoene nasce dalla volontà di aiutare a risolvere la difficile situazione che si è venuta a creare negli ultimi anni. Sul posto è presente dal 1936 una missione della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth (Piamarta) che gestisce numerose strutture: un asilo, un istituto tecnico, un convitto, diverse abitazioni per gli anziani, una falegnameria, un’officina, un’azienda agricola, un negozio, e la parrocchia. Ma la congregazione è in crisi economica e anagrafica. Ed è destinata a lasciare Mocodoene. Con il rischio concreto che salti tutto.

Il progetto. Così Villachiara in Fermento è scesa in campo con il suo progetto che ha lo scopo di “rendere la popolazione autosufficiente attraverso la creazione di attività lavorative fisse e redditizie”. Si prevede: la creazione di una rete di vendita di polli e uova; la riattivazione della falegnameria e dell’officina oggi chiuse; il pagamento del personale assunto dalla missione (18 persone); la fornitura di combustibile ed energia elettrica per le attività quotidiane; corsi di formazione professionale per i giovani; il ripristino di un acquedotto oggi in disuso; il mantenimento dell’asilo e del convitto.

L’obiettivo. L’obiettivo è di arrivare a disporre attraverso le donazioni di 5mila euro al mese per poter avviare e gestire il programma di aiuti e garantire futuro e autonomia alla popolazione. Il progetto è forte anche dell’aiuto e la supervisione sul posto di don Piero Marchetti Brevi, missionario bresciano da diversi anni in Africa nella vicina Morrumbene. Ora c’è bisogno di donazioni e sostegno al progetto. Come scrivono i membri dell’associazione sulla loro pagina Facebook “Leggete, chiedete, diffondete, ma soprattutto... aiutateci a fare del bene”.

SERGIO ARRIGOTTI 30 ott 2020 09:17