Mille Miglia, qualcosa in più della "corsa più bella del mondo"
Mentre i partecipanti all'edizione 2016 della manifestazione che ha preso il via ieri sotto la pioggia, c'è spazio per alcune riflessioni sul senso di un'iniziativa nata e cresciuta a Brescia
A dare il via alla manifestazione il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini che ha colto l'occasione, "scortato" dal sindaco Del Bono, dalla vice Laura Castelletti e dagli organizzatori della manifestazione, di visitare i luoghi più importanti della cultura cittadina.
Molto apprezzata dalle migliaia di persone presenti in città l'esibizione delle Frecce Tricolori che hanno salutato con un passaggio sul centro di Brescia la partenza della prima vettura da viale Venezia.
Ieri sera la corsa ha fatto tappa a Rimini e oggi si rimette in moto per raggiungere Roma. Domani il via per la risalita verso Brescia con alcuni passaggi che hanno fatto la storia della Mille Miglia (Radicofani, Passo della Futa, etc.), con tappa a Parma, prima dell'arrivo in città nella giornata di domenica.
Mentre Brescia attende il ritorno dei protagonisti dell'edizione 2016 c'è spazio per il dibattito su cosa sia veramente la Mille Miglia: un grande circo Barnum fatto di auto bellissime, un divertimento per facoltosi appassionati che possono permettersi questo svago o veramente qualcosa capace di raccontare al mondo cosa è stata Brescia un tempo e cosa sia ancora oggi?
Piergiorgio Vittorini, presidente di Aci Brescia che detiene tutto il capitale di MilleMiglia srl che da tre anni organizza la “corsa in rosso”, non ha dubbi. “La Mille Miglia – afferma – ha in se tutti gli elementi in grado di farne una parte dell’anima della città”. Ancora oggi, per l’avvocato alla guida dell’Automobil Club Brescia, riesce a veicolare nel mondo il coraggio, la tenacia e forse anche l’incoscienza di chi, quasi 90 anni fa, pensò che fosse possibile unire il Paese con una manifestazione sportiva legata ai motori.
“Oggi come negli anni della sua progettazione e delle prime edizioni – continua ancora Vittorini – la Mille Miglia rimanda al mondo dell’automobile e all’industria a questo collegata di cui la nostra città e la provincia bresciana hanno rappresentato un’eccellenza”. Tutto questo, però, oggi non basta per elevare la Mille Miglia a un rango più alto rispetto a quello, pure nobile, di una delle più grandi manifestazioni automobilistiche del mondo. “Perché la Mille Miglia – continua ancora il presidente di Acb – possa dirsi compiutamente parte integrante dell’anima della città, intesa in senso più ampio rispetto a come può intenderla chi crede, è necessario uno sforzo ulteriore: quello della presa di coscienza”.
Se non si ha la percezione forte, è il pensiero di Vittorini, chiamato nelle scorse settimane a un confronto pubblico con Gherardo Colombo sull’anima della città, che ciò che si fa, Mille Miglia compresa, non è soltanto legato alla produzione, al profitto, al denaro allora il richiamo all’anima diventa difficile.
Chi dunque, si affanna, non senza ragioni, a dire che la doppia emme maiuscola inserita nella Freccia Rossa non è un semplice spettacolo che attira pubblico e appassionati da tutto mondo, ma la sintesi di una storia tipicamente bresciana fatta di coraggio, di intraprendenza e di dedizione (atteggiamenti che nel 1927 furono di Mazzotti, di Maggi, di Castagneto e Canestrini) dovrebbe, come ricorda Vittorini, trovare la via per una loro traduzione nell’oggi.
Ragionamenti importanti, fondati, difficili però da sostenere in giorni vorticosi come sono quelli della Mille Miglia. Come pensare a dare connotati moderni a questa parte dell’anima della città quando si è distratti dal passaggio di vetture uscite appositamente per l’evento bresciano dai musei dei marchi automobilistici più famosi del mondo, dalla numerosa serie di eventi messi in calendario per "Mille Miglia the night", la notte bianca della corsa in rosso, prevista per domani sera?
M. VENTURELLI
26 mag 2016 00:00