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Brescia
di REDAZIONE ONLINE 16 gen 2015 00:00

"La vita in due" contro l'ebola

L’associazione “La vita in due” e la “Rete della diaspora nera in Italia” hanno organizzato per sabato 17 gennaio alle 15, alla Sala polivalente di via Valotti, il convegno “La verità sull’ebola”

L’associazione “La vita in due” e la “Rete della diaspora nera in Italia” hanno organizzato per sabato 17 gennaio alle 15, alla Sala polivalente di via Valotti, il convegno “La verità sull’ebola”. Il saluto introduttivo è affidato a Marco Fenaroli, assessore con delega alle politiche per la casa e alla partecipazione dei cittadini del Comune di Brescia, Silvia Spera, segretaria della camera del lavoro di Brescia e Marie Chantal Zezet Agau, volontaria e presidente dell’associazione La vita in due. “L’associazione nasce il 9 dicembre 2000 – afferma Marie Chantal Zezet Agau – a Brescia, è senza scopo di lucro, un’associazione a carattere sociale e culturale”. Fra gli obiettivi de “La vita in due” figura l’edificazione di “una costruttiva e pacifica convivenza”. In particolare “La vita in due” opera nel campo degli aiuti in Costa D’Avorio. Ed è qui che dall’anno scorso è stata aperta una sede di rappresentanza mentre in Italia un’altra sta prendendo piede a Cremona. Con i simpatizzanti, grazie alla presenza decennale sul territorio, l’associazione può contare sull’aiuto di oltre 500 persone.

Come verrà trattato il tema?
Nel convegno si parlerà dell’origine dell’Ebola, della prevenzione e delle cure. Questa malattia è una novità per noi, al contrario della malaria. Aprire un dibattito su questa malattia è per noi l’occasione per avere più informazioni su questa epidemia, che uccide fisicamente e moralmente, peggiorando ulteriormente l’economia. Dobbiamo trovare tutti insieme le risposte per un mondo migliore.

Una fotografia della presenza africana a Brescia?
Basta guardarsi intorno per capire che qui a Brescia molti africani hanno trovato pace e lavoro, grazie all’apertura della città. Non mi soffermo sulle cifre, questo è compito di altri. C’è chi lavora nelle fabbriche, chi fa l’autista… le donne lavorano come assistenti alle persone anziane, i nostri figli sono nati qui, vanno a scuola regolarmente con i loro amici.

REDAZIONE ONLINE 16 gen 2015 00:00