La raccolta combinata non convince: Parmigiani e Margaroli dissentono
Il progetto della raccolta combinata (calotta-domiciliare) voluto dalla Loggia non convince l'opposizione, FI e M5S in primis, ma anche alcuni esponenti della maggioranza dissentono su alcuni punti
Rispetto a questo sistema non sono ancora chiari i costi della calottizzazione, “mi risulta che ogni calotta ha un costo che va dai 1.200 ai 1.600 euro, moltiplicati per i 3300 cassonetti… evidentemente è un costo non indifferente, soprattutto se si considera che l’assessore Fondra ha sempre detto che l’obiettivo finale è il porta a porta integrale. Quindi ci chiediamo che senso abbia calottizzare alcuni cassonetti oggi per poi dismettere questi dispositivi tra qualche anno: sarebbe forse meglio realizzare questa gradualità utilizzando i cassonetti liberi che già ci sono. Neanche nei Comuni in cui oggi c’è il porta a porta integrale c’è stato un cambio tout court dall’oggi al domani”. Da qui la proposta: “Realizzare questa gradualità con quello che c’è ora, senza spendere, appunto, per la calottizzazione” ha chiosato la consigliera di "Al lavoro con Brescia".
In contrasto con la linea intrapresa dalla Loggia, anche il capogruppo di Forza Italia Mattia Margaroli: “Questo sistema di raccolta differenziata è fallimentare sin dall’inizio: differenziamo carta, vetro e plastica e poi spendiamo 3,2 milioni di euro circa per acquistare le calotte e i mezzi per svuotarle. Pensiamo sia una spesa inutile, soprattutto a fronte delle dichiarazioni del sindaco apparse sulla stampa in cui afferma che l’obiettivo finale è di avere un sistema porta a porta totale. Noi crediamo sia sbagliato, in primo luogo perché la città si trasformerebbe in una cloaca a cielo aperto. Abbiamo proposto un sistema alternativo: raccogliamo carta, vetro e plastica con il sistema porta a porta, e lasciamo i cassonetti della differenziata per quanto riguarda l’organico, quindi quelli marroni, e per le rsu, quelli grigi, aperti, in modo da non spendere 3,2 milioni, e vediamo come va. Decideremo poi il da farsi quando la sperimentazione sarà arrivata a una fase di valutazione. Se l’obiettivo è il domiciliare totale, per quale ragione spendono 3,2 milioni di euro per i cassonetti a calotta? Senza contare il costo della manutenzione e le ricadute sulla socialità. La questione di fondo è che non è stato valutato l’impatto sociale che questa modifica avrà”.
ROMANO GUATTA CALDINI
27 feb 2015 00:00