La parola all’opposizione
Bilancio di metà mandato: i commenti dei consiglieri di minoranza sull’operato della giunta
Il bilancio. “Scarno” per FI, “insufficiente” per la Lega, “inconcludente” secondo X Brescia Civica, “Conservativo e con poco slancio verso il futuro” per Piattaforma Civica: sono i termini utilizzati dai consiglieri d’opposizione Mattia Margaroli, Massimo Tacconi, Ninì Ferrari e Francesco Onofri per delineare il bilancio di quanto fatto dal centro-sinistra dal suo insediamento a oggi: “La giunta – è il commento del capogruppo di Forza Italia Margaroli – sta inanellando una disfatta dopo l’altra, la gente se n’è accorta, tanto è vero che il sindaco è calato di 6 punti percentuali nella classifica posizionandosi all’ultimo posto rispetto ai colleghi lombardi. Anche la raccolta rifiuti che prenderà avvio a breve porterà sicuramente uno sfacelo, ma noi l’avevamo detto, ci dispiace… Avevamo consigliato quest’amministrazione comunale, non hanno ascoltato”. A pesare negativamente sull’operato della giunta Del Bono figura “la vendita delle partecipate: A2A, Centrale del Latte, Centro padane, vendite spropositate, attuate giusto per chiudere i bilanci, senza un senno, senza il coinvolgimento delle minoranze. Aziende che sono sempre state parte integrante del patrimonio dei bresciani, il loro orgoglio”.
Esigenze. Secondo il consigliere comunale della Lega Nord Massimo Tacconi “c’è poco da rendicontare: sulle infrastrutture poco o niente, i lavori per il Palazzetto dello sport non sono ancora iniziati, non è stata firmata neanche la convenzione. Non si vede nulla che vada incontro alle esigenze di questa città, esigenze di riconversione, così da ripartire in maniera forte perché le altre città lo stanno già facendo. Farsi bello, consentitemi il termine, nei confronti della città per cose che non hanno impatto dal punto di vista economico, come in termini di attrattività, non ci trova concordi”. Quindi l’affondo: “La qualità della vita dei bresciani non è migliorata, è peggiorato, invece, il favore della cittadinanza nei confronti del Sindaco. Questo ci impone un’attenta riflessione: per rispetto verso chi ci ha votato e per tutti quelli non si riconoscono nel Sindaco e nella sua giunta”.
Risultati risibili. Per Ninì Ferrari di X Brescia Civica i risultati esposti sono “davvero risibili: si pensi alla bonifica della Deledda dove sono stati spesi 250mila euro per trasferire tutti i bambini da una zona all’altra della città”. Sempre in materia di bonifiche “pensiamo al ‘grande risultato’ del Calvesi che è solo nella mente del sindaco perché non è stata spostata neanche una zolletta di erba né si è pensato a come si possa fare per bonificare quell’area. Tanto è vero che si vuole realizzare un campo di atletica altrove”. Non mancano, poi, le critiche circa la gestione del patrimonio culturale: “A due giorni dal flop di Fondazione Brescia Musei avrei dato una spiegazione alla città del perché i privati se ne siano andati, dato che questa assegnazione del patrimonio artistico e culturale era finalizzata a irrobustire la relazione pubblico/privato. Nel momento in cui l’hanno ricevuta, i privati che erano lì da 15 anni se ne sono andati. L’ho trovato davvero poco poco credibile”.
A2A. La congiuntura economica non facilita il lavoro degli amministratori, a Brescia come altrove. Lo afferma il consigliere Francesco Onofri di Piattaforma Civica che aggiunge: “Non è colpa di Emilio Del Bono e della sua giunta se alcune decisioni prese altrove hanno ricadute a Brescia, dove manca, però, la capacità d’investimento. Il denaro che mettiamo a disposizione dei cittadini per marciapiedi, rotonde e tetti delle scuole è modestissimo rispetto a quanto eravamo abituati negli anni d’oro”.
Quindi? “Andrebbe fatto un serio ragionamento sul patrimonio investito in borsa con A2A: prima di Natale superava il miliardo di euro, un aumento del 2% corrispondeva a 20 milioni di euro in più, una cifra maggiore rispetto a quanto il Comune investe in un anno in opere pubbliche. Il 31 dicembre scade il Patto di sindacato, ma entro il 30 giugno va disdettato. Mandiamo questa disdetta”. A prescindere da chi sarà il prossimo sindaco di Milano, “bisogna decidere il futuro di questa partecipata, amichevolmente, senza rotture, ma ponendosi il problema di questi investimenti asfittici. Non possiamo avere la Ferrari in garage e non avere i soldi per comprare da mangiare ai bambini...”. Un bilancio di questi due anni e mezzo? “Sono stati anni di manutenzione, conservazione, ma non di slancio”, non c’è stato “uno sguardo concretamente attivo verso il futuro, un futuro fatto di speranza e voglia di cambiare le sorti economiche di tante famiglie che fra disoccupazione, pessimismo e, quindi, calo delle nascite non vedono in Brescia un luogo per un rilancio delle loro aspirazioni”.
R. GUATTA CALDINI
11 feb 2016 00:00