L'oratorio come casa della gioia
I dati presentano alcune sorprese, su tutti il fatto che il 15% dei nostri adolescenti (sul totale dei residenti) partecipa attivamente come educatore alle attività dell’oratorio. Sono, invece, pressoché inesistenti i cammini formativi per i giovani
Tra chi non frequenta, i motivi principali sono riconducibili alle poche attività proposte per la fascia d’età adolescenziale. Per chi smette di frequentare l’oratorio il motivo principale è l’aver terminato con la cresima il percorso di catechesi. La soddisfazione di genitori e figli è molto elevata. Verso l’oratorio i genitori esprimono posizioni e atteggiamenti molto diversi fra loro: ci sono gli “entusiasti”, credenti e praticanti, che hanno figli che frequentano assiduamente l’oratorio e che riconoscono in esso un luogo di crescita; i “vicini”, credenti ma praticanti saltuari, che condividono l’impostazione educativa e valoriale dell’oratorio, anche se si fanno coinvolgere in maniera più limitata; i “tiepidi”, credenti ma non praticanti, che in pratica sfruttano i vantaggi ma faticano a capirne il valore; i “lontani”, i non credenti o di altre religioni, che manifestano un atteggiamento contrario alla frequentazione di un luogo dove la religione è vista come un elemento cardine.
Più in generale, l’oratorio appare come un luogo protetto ma aperto alla diversità, un luogo dove la catechesi e la religione rimangono come cornice valoriale per chi la frequenta. Risulta anche un luogo difficile da comprendere per l’adulto che non lo conosce direttamente: è, infatti, difficile certificare un percorso come quello dell’animazione, che presuppone momenti di gioco libero e di lettura critica della realtà. In questo contesto sociale, gli oratori si distinguono anche nell’accoglienza: un quinto degli oratori organizza una o più attività dedicate ai minori stranieri. Sono, inoltre, attenti alle problematiche giovanili, in particolare ai fenomeni legati alla droga e all’alcolismo. La problematica che richiede maggiore attenzione è, però, quella legata alle situazioni familiari.
PINO RAGNI
20 mar 2015 00:00