L’amore si dona: qual è il senso della vita?
L’amore, l’amicizia, la vicinanza, l’affetto sono i sentimenti che probabilmente vinceranno in questo tempo ancora difficile di pandemia, come stiamo sperimentando un po’ tutti: la nuova idea dei Silenziosi Operai della Croce di Montichiari, chiusa ormai la bella mostra natalizia che ha richiamato molti visitatori, è dedicata a rinsaldare i rapporti umani con un pensiero che affermi l’importanza del bene che vince sul male. “In prossimità degli eventi che parlano al cuore come, a breve scadenza, la festa di San Valentino dedicata agli innamorati e poi la celebrazione della giornata del malato in programma l’11 febbraio e in maggio la festa della mamma – dichiara Sorella Nora Cocca – abbiamo pensato con i nostri volontari di riproporre per il secondo anno il gadget dalla forma di un cuore per dire che ‘L’amore si dona’”.
È uno slogan che sollecita ad approfondire il vero senso dell’amore, nella sua forma più alta: “Si può donare questo gadget per dire anche che proprio perché c’è l’amore tu esisti per me. Può essere l’augurio di una esistenza felice, di fortezza nella prova, di pace nel tormento, di luce nel buio, di gioia costante. Può significare anche ‘non essere triste, ti voglio bene’. Il battito del cuore ci fa pensare che siamo vivi e allora facciamo circolare pensieri e gesti che qualificano”. Queste piccole creazioni, in vari colori in base ai propri gusti, sono state realizzate con fantasia e creatività dalle feconde mani dei volontari e possono essere ritirate con un contributo di solidarietà a partire da 4 euro nella sede dell’ex foresteria del Castello Bonoris in via Matteotti. Per ordinare e ricevere i gadget è necessario mettersi in contatto con i Silenziosi Operai della Croce chiamando la sede al numero 030/ 9961238 (fax 030/9652665) oppure inviando una email al seguente indirizzo: montichiari@luiginovarese.org. i Silenziosi Operai della Croce hanno fatto la scelta della vita consacrata incentrata sull’apostolato verso i malati. L’Associazione è stata creata nel 1950 dal beato Luigi Novarese e da sorella Elvira Myriam Psorulla. L’attenta e delicata preoccupazione verso la realtà, a quei tempi emarginata, dei malati e dei disabili fu il motore che diede origine alla Comunità.
