Il punto sulla "corda molle": in troppi ancora in attesa dei rimborsi
Presso la sede dell'Unione provinciale agricoltori di Brescia una conferenza stampa per fare il punto sulla questione. Quasi 450 agricoltori ancora in attesa degli indennizzi
Sono quasi 450 imprenditori agricoli interessati dalla lunga e complicata questione della Corda Molle e ad oggi la maggior parte di essi aspetta ancora un equo indennizzo, oltre alle opere accessorie promesse e mai mantenute.
“Da quando Centropadane ha terminato i lavori – ha spiegato Gianni Zampedri, leader della protesta - gli agricoltori non hanno più avuto un interlocutore con cui dialogare e, dal 2012 anche il Governo è rimasto senza concessionario: tuttavia, grazie all’impegno di questo comitato informale e al coinvolgimento della politica, siamo riusciti all’inizio del 2015 ad ottenere un incontro con un interlocutore unico al ministero”.
Il risultato è stato parziale e non soddisfacente: “Si è raggiunto un accordo con il ministero, affinché – ha continuato Zampedri - venissero anticipati i pagamenti per l’indennizzo degli espropriati, per poi trovare un’intesa con un nuovo concessionario per riqualificare il collegamento tra Ospitaletto ed Azzano Mella. Nei mesi di aprile e maggio 2015 sono pervenute le prime lettere per raggiungere il saldo del 20% mancante agli agricoltori espropriati nel terzo e quarto lotto della Corda Molle: alcuni hanno accettato le proposte di risarcimento, altri hanno rifiutato in quanto l’offerta non è soddisfacente. Tutti gli altri agricoltori del primo e secondo lotto – ha concluso Zampedri - non hanno ricevuto ad oggi nessuna offerta, nonostante siano scaduti i termini da tempo”.
In tutta questa vicenda emerge un altro grave problema che il ministero ignorava fino a pochi mesi fa: quasi tutte le aziende coinvolte infatti, oltre a dover percepire la monetizzazione, devono usufruire di lavori ingenti per poter continuare a lavorare, ma il Ministero non è in grado di organizzare queste opere accessorie che in precedenza erano in capo a Centropadane.
“A fronte di questa situazione – ha affermato durante la conferenza stampa il presidente di Confagricoltura Brescia, Francesco Martinoni - è chiaro che le aziende agricole per poter accertare l’accordo di indennizzo devono avere la garanzia che anche le opere accessorie siano completate e realizzate, nella speranza che la società che riceverà la concessione sia in grado di adempiere a questo compito”.
Martinoni si è dimostrato combattivo e a fianco dei suoi associati: “Siamo già scesi in piazza con i trattori anche per manifestare contro le false promesse della politica e restiamo a disposizione di questo comitato per fronteggiare l’inadempienza politica fino a quando saranno rimborsati tutti gli espropriati”. Ad oggi quindi la situazione è ferma e nessun agricoltore (compresi coloro che hanno sottoscritto gli accordi di risarcimento) ha ancora ricevuto i rimborsi.
“Se dopo le ferie, gli agricoltori non avranno ancora ricevuto l’indennizzo, faremo un ultimo appello al mondo politico per poi scendere nuovamente in piazza con azioni forti, con o senza l’appoggio di tutte le rappresentanze agricole - ha concluso Gianni Zampedri -, perché non crediamo più nelle promesse del ministero e le sentenze passate in giudicato non fanno altro che aumentare la nostra illusione, obbligandoci ad attivare altre iniziative giuridiche. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, deve darci ascolto: è una questione di giustizia ed equità”.
REDAZIONE ONLINE
31 lug 2015 00:00