Il Musil prende corpo
Del Bono: “Stiamo per realizzare un’opera coerente con l’anima della nostra provincia
“Ci siamo!”. L’incipit del saluto con il quale il sindaco Emilio Del Bono ha aperto in Vanvitelliano la presentazione del Musil, museo dell’industria e del lavoro, denota senso di liberazione insieme a all’orgoglio bresciano. “Dopo 14 anni finalmente – afferma il sindaco – possiamo dire di esserci. Stiamo per realizzare un’opera coerente con l’anima della nostra provincia e destinata ad una importante funzione didattica, capace di catturare l’interesse europeo”. La nuova sede centrale del Musil sarà realizzata tra via Tempini e via Stefana, a lato del cimitero Vantiniano, in una parte delle strutture che ospitarono la più grande fabbrica bresciana degli inizi del ‘900. “La sua collocazione all’interno del Comparto Milano rappresenta il segno distintivo del cambiamento in atto nella nostra città. Brescia sta cambiando.
Ha ritrovato la voglia di ripartire dopo la crisi economica. Si ritorna ad investire. Si può guardare con fiducia al futuro perché siamo una comunità moderna e forte”. Il Musil sarà una struttura aperta ai contributi di molteplici realtà interessate a questo spazio di conoscenza, educazione e animazione culturale al servizio della città e del suo territorio e si inserirà in un sistema già pienamente funzionante e unico nel suo genere in Italia che comprende il museo dell’energia idroelettrica di Cedegolo, il magazzino e il museo del cinema di Rodengo Saiano e il museo del ferro nel quartiere di San Bartolomeo. “Stiamo parlando d’un museo - spiega il direttore generale Pier Paolo Poggio - di qualcosa che riguarda il passato. Si sente il bisogno delle ‘storie’ del passato, di gente comune, di coloro che con il proprio lavoro ha contribuito a costruire il nostro mondo. Ciò aiuta a capire la modernità nel suo farsi”. Passato, presente e futuro interagiscono in una formidabile macchina culturale. “Il motore che muove tutto è la manifattura e Brescia è un luogo deputato perché ha una storia ancora attuale e viva. Uno strumento efficacissimo per raccontare e far conoscere il nostro territorio”. Per l’ideazione del Musil si è scelto di valorizzare e reinterpretare le strutture esistenti in modo da far dialogare gli spazi industriali storici con i volumi di nuova realizzazione. “Il progetto del 2003 – precisa il progettista Klaus Schuwerk – è rimasto sostanzialmente invariato. Forse anche perché mi sono basato sui requisiti essenziali ‘utilitas, venustas, firmitas’ di ogni edificio.
È stato ereditato e adottato il metodo specificamente industriale della produzione seriale ribaltandone il senso, per realizzare spazi della ‘memoria culturale’. Quello che nella fabbrica aveva logica di pura utilità, conferirà al museo valore di permanenza”. Il progetto si sviluppa dunque dalla contraddizione tra la natura non permanente dell’industrializzazione, la cosiddetta logica dell’utilità usa e getta, e quella permanente propria dell’istituzione museale.