I "Solchi di gloria" della sorelle Fanchini in scena alle Terme
Domenica 1 maggio alle 17.30 il debutto dell'ultimo "racconto" di Emanuele Turelli
Il narratore bresciano (sebino di nascita e gardesano d'adozione), nato come giornalista ma poi divenuto interprete dei propri lavori, ritorna a raccontare una storia delle "sue valli" grazie all'iniziativa del GAL di Vallecamonica e val di Scalve (con il supporto e il patrocinio di altri enti camuni) che ha richiesto questo racconto per lo "storytelling festival" del distretto dell'attrattività "Nel solco della preistori@ dalle incisioni rupestri allo Smart Life”.
Il racconto, della durata di un'ora abbondante, si avvale della regia musicale e visiva di Claudio Cominardi e della presenza live del chitarrista e cantautore Davide Bonetti. Il copione e la regia narrativa sono firmati dallo stesso Turelli, come per gli altri suoi fortunati lavori di storytelling (oltre 120 date in soli 7 anni per lo storyteller bresciano, che ha abbondantemente superato i 25 mila spettatori di tutte le età). La storia si concentra molto di più sulle vicende famigliari e intime che accompagnano la vicenda delle sorelle Fanchini, che non sui risultati sportivi.
"Ho pensato che raccogliere informazioni sulle imprese sportive di queste tre ragazze - spiega Turelli -; fosse una cosa abbastanza semplice. Oggi, con la rete, si trovano tutte le informazioni che si vogliono. Ma è cosa molto più ardua scoprire da dove viene quella storia, scavare nell'intimità di un'autentica famiglia di montagna, nella fede di queste persone, nella passione che le ha spinte a fare ciò che hanno fatto".
Unico nell'intero panorama dello sport mondiale è infatti il caso delle Fanchini: la storia dello sport non ricorda in nessuna disciplina tre sorelle in grado di lottare per i primi posti indossando la maglia della stessa squadra nazionale al livello più alto dello sport che praticano. Il racconto è anche molto territoriale: "Si parla molto di questa valle - prosegue Turelli -; si entra nelle caratteristiche più genuine e spontanee di questa terra per capirne i valori. Gli stessi valori che sono propri delle sorelle Fanchini e dei loro genitori. Non si può parlare di persone se non si parla della terra in cui sono nate e cresciute. A maggior ragione in montagna, dove c'è un rapporto quasi ancestrale fra il suolo e il cuore della gente. Mi piace sottolineare come emerga anche la Fede di queste persone. Senza questa Fede, forse, le ragazze non avrebbero trovato la forza di rialzarsi dopo infortuni talmente gravi da mettere ko anche un toro".
L'evoluzione della storia è un crescendo che passa attraverso alcuni passaggi principali: l'amarcord dello sci degli anni ottanta che sapeva coinvolgere tutta la nazione, la genesi della famiglia Fanchini, la crescita delle bambine e il loro avvicinamento al mondo dello sci, i primi risultati in un crescendo di importanza, fino alle due medaglie mondiali (sia Elena che Nadia, argento in discesa libera) e le commoventi vittorie in coppa del Mondo. All'interno ci sono aneddoti sconosciuti, immagini inedite, fatti narrati a Turelli dalla famiglia Fanchini e che per la prima volta vengono diffusi al pubblico. Fra questi fatti anche il dolore dovuto ai terribili infortuni che hanno contraddistinto la carriera delle due primogenite di casa Fanchini.
Il filo portante del racconto sono alcuni termini che si alternano fino a creare la morale finale della storia: passione, talento, fatica e sacrificio, fino all'umiltà. La "prima" del racconto è prevista domenica 1 maggio a Boario, all'interno di un grande evento conclusivo della stagione invernale degli sci club bresciani organizzato dalla FISI. Convergeranno a Boario tutti gli atleti bresciani FISI per una serie di premiazioni e di riconoscimenti dei risultati colti nella stagione appena conclusa. Il tutto in attesa di ascoltare la storia di quelle che, per molti giovani atleti del circo bianco bresciano, sono considerate dei miti viventi. Non a caso anche Elena, Nadia e Sabrina, che hanno assicurato da tempo la loro presenza insieme ai genitori, saranno premiate ufficialmente. Ciliegina sulla torta: il riconoscimento alla carriera che verrà consegnato a Daniela Dada Merighetti, in occasione della conclusione di una carriera emozionante e trascinante anche per l’atleta bresciana.